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Generale Luzi è il momento di Rinnovare con Coraggio!

Le recenti Circolari dell’Arma dei Carabinieri sull’impiego del personale, quelle che impongono una permanenza limitata a dieci anni per i Comandanti di Stazione ed a quindici per il personale dei Reparti Speciali e quelle che richiedono di attenersi scrupolosamente ai limiti imposti dallo scavalcamento e dalle posizioni di impiego per i vincitori di concorso, continuano a suscitare un profondo senso di delusione tra i carabinieri. Una frustrazione “epocale” che sembra unire tutti, dagli appuntati agli ufficiali generali. Si anche i gradi apicali non sono stati risparmiati, sebbene, nel loro caso, si tratta di circolari “non scritte”. Tutti assistiamo a fila riccamente infoltite da greche e stelle, ma molte dal sapore amaro. Sarà perché i gradi sono più delle posizioni “libere”, ma anche molti generali soffrono meccanismi di progressione di carriera e movimentazioni di difficile interpretazione. Un senso di malessere profondo, quindi, che molti carabinieri pensavano di aver lasciato alle spalle con la nomina a Comandante del Generale Luzi. Questa è la triste considerazione espressa dal dirigente sindacale Usmia Giuseppe La Fortuna, circa la situazione attuale dell’Arma dei Carabinieri.

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Un futuro roseo all’orizzonte: le speranze riposte nel nuovo Comandante Generale dei Carabinieri

Il generale Luzi ha rappresentato una svolta per l’Arma dei Carabinieri. Con il suo discorso di insediamento ha dato inizio ad un nuovo capitolo. Luzi aveva una difficile eredità ed un obiettivo ben preciso: dare vita ad una casa di vetro, abitata da uno spirito autentico di altruismo e rigore. Con queste parole ha riacceso l’orgoglio e le speranze di tutti i carabinieri, manifestando la consapevolezza che solo con l’impegno collettivo si può procedere verso un processo di rinnovamento dell’organizzazione. La sua presa di posizione è stata chiara: far sì che l’Arma dei Carabinieri potesse evolversi in modo positivo, portando ad un miglioramento generale della situazione interna. Con le sue parole, il Generale, ha dato speranza a tutti coloro che, nel periodo precedente il suo insediamento, si erano sentiti delusi, rinfocolando le aspettative dei carabinieri.

La nuova sfida, tra Circolari, Meritocrazia e Anzianità di Servizio

Ora è il momento di far prendere forma a queste speranze. Una nuova e complessa sfida attende il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri: trovare una collocazione adeguata (ed utile) per un numero sempre maggiore di Generali.

Giuseppe La Fortuna, dirigente sindacale Usmia, sottolinea l’importanza dei principi fondamentali “anzianità di servizio” e “meritocrazia” che dovrebbero sorreggere il Comandante Generale nella valutazione delle movimentazioni. Sebbene possa sembrare “ordinaria amministrazione”, è importante che il comandante generale consideri questi principi come valori importanti da seguire nella determinazione dell’impiego del personale. Di fronte a questa realtà, il Comandante Generale necessita di coraggio per intraprendere i passaggi necessari a ripristinare i criteri di anzianità e meritocrazia nella determinazione dei ruoli dirigenziali e ristabilire la fiducia verso l’Istituzione da parte del personale. Coraggio perché questi valori devono rappresentare l’unico faro nella determinazione dei Comandanti di Legione, Interregionali e di vertice. Coraggio per abrogare circolari che hanno generato turbamento e scontentezza nei carabinieri, determinando movimentazioni (anche onerose) dei comandanti di stazione e dei carabinieri dei reparti speciali e dei militari neo promossi ai gradi superiori, superando i limiti dello scavalcamento. In questo modo – conclude La Fortuna – si potrà ristabilire un clima sereno all’interno dell’istituzione, l’unico modo efficace per promuovere un clima di fiducia verso l’Arma garantendo al contempo le competenze professionali richieste. “Coraggio, comandante”.

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