Carabinieri

Teo Luzi ai giovani allievi ufficiali carabinieri “Militarità, competenza, coraggio e umiltà sono punti cardinali di una ‘bussola etica’ che ci rende affidabili agli occhi dei cittadini”

Il comandante generale dell’Arma dei carabinieri, il generale Teo Luzi, ha parlato ai giovani allievi ufficiali nel corso della cerimonia di inaugurazione della Scuola ufficiali: tra i temi del suo discorso anche il recente arresto di Matteo Messina Denaro e la fiducia nelle istituzioni.

Teo Luzi ai giovani allievi ufficiali

Militarità, competenza, coraggio e umiltà sono punti cardinali di una ‘bussola etica’ che ci rende affidabili agli occhi dei cittadini, alimentando il bene più prezioso della Nazione: la fiducia nelle Istituzioni”. Con queste parole, il generale Luzi ha salutato i giovani allievi, aggiungendo che “il carabiniere è un pezzo di famiglia”, che ha il compito di ispirare fiducia al cittadino che ne ha bisogno.

Nel suo discorso cita il generale Carlo Alberto dalla Chiesa come “protagonista della guerra di liberazione e l’estremo difensore delle Istituzioni, nel contrasto alla mafia e alle Brigate Rosse”.

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L’esempio dell’arresto di Matteo Messina Denaro

“Pochi giorni fa, questo spirito di convinta sinergia, ha consentito il conseguimento di uno straordinario risultato la cattura a Palermo dell’ultimo grande criminale della stagione stragista di Cosa nostra. Mettere a frutto le competenze tecnico-professionali acquisite non è tutto. Vi sono situazioni in cui anche le migliori analisi non restituiscono certezze. Questo è il momento del coraggio per dominare con forza d’animo le situazioni più difficili e imprevedibili. Ci ispiriamo anzitutto all’esempio di coloro che, in circostanze eccezionali, hanno assunto su di sé i rischi ultimi della comunità”.

Il messaggio ai futuri ufficiali

“Ricorrono 80 anni da straordinari accadimenti storici, per l’Arma e per l’Italia. Ricorderemo l’olocausto del Brigadiere Salvo D’Acquisto, che restituì alla storia l’umanità perduta nella barbarie della guerra, e le “Quattro Giornate” di Napoli, che videro i Carabinieri offrire la propria guida militare al popolo partenopeo, nella rivolta all’occupazione nazista. Avvinti nel medesimo anelito di libertà, da quel settembre 1943 all’aprile 1945, caddero 2.735 Carabinieri e oltre 5.000 furono deportati nei campi di prigionia in Germania”.

“Un uomo nasce due volte – ha proseguito il generale Teo Luzi – quando viene al mondo e quando decide quale posto avere nel mondo. Voi avete scelto di mettere le vostre capacità al servizio del desiderio di comunità degli italiani. In questo, l’Arma non è solo lo scudo protettivo della Nazione ma è anche il collante sociale tra cittadini e Istituzioni. Non cessate di portare ogni giorno il vostro contributo di professionalità, altruismo e generosità, alla costruzione della casa comune. Continuerete così ad essere un riferimento, come è da oltre 200 anni, e porterete con voi l’orgoglio di aver illuminato un tratto di strada della nostra Italia”.

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