Politica

Ritardi negli arretrati NoiPa, Gasparri interroga i ministri: ma accade a ogni contratto

Maurizio Gasparri, senatore di lungo corso e volto storico di Forza Italia, ha presentato un’interrogazione parlamentare rivolta ai Ministeri dell’Economia, Difesa e Interno per chiedere chiarimenti sui ritardi NoiPa nell’erogazione degli arretrati del contratto 2022/2024 al personale del comparto Sicurezza e Difesa. Ma ciò che sorprende non è tanto l’iniziativa, quanto l’apparente stupore con cui viene presentata. Davvero un politico con decenni di esperienza, già membro della 3ª Commissione permanente (Affari esteri e difesa) e della Consulta Sicurezza di Forza Italia, non era a conoscenza di un meccanismo che si ripete puntualmente a ogni rinnovo contrattuale?

Il testo dell’interrogazione parlamentare presentata da Gasparri

Di seguito il testo completo dell’interrogazione rivolta ai Ministri dell’Economia, della Difesa e dell’Interno da parte del senatore Maurizio Gasparri:

“GASPARRI. – Al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro della difesa e al Ministro dell’interno.

Premesso che:

lo scrivente è venuto a conoscenza dei ritardi nell’erogazione delle retribuzioni da parte di NoiPa agli appartenenti al comparto Sicurezza e Difesa;

tale situazione è vergognosa, oltre che imbarazzante, considerato il costante impegno profuso quotidianamente da tutti gli appartenenti al comparto Sicurezza e Difesa che meritano rispetto, tutele concrete e puntualità nelle retribuzioni;

occorre pertanto superare le inefficienze burocratiche che determinano i ritardi tecnici nei pagamenti, penalizzando chi si impegna per garantire la difesa e la sicurezza del nostro Paese,

si chiede di sapere:

se siano a conoscenza dei ritardi nei pagamenti agli appartenenti al comparto Sicurezza e Difesa da parte di NoiPa;

se ritengano, ciascuno per quanto di competenza, di fornire chiarimenti in merito a quanto esposto in premessa e di adottare iniziative immediate per sanare tale situazione.”

Contratti firmati tardi, arretrati ancora più tardi: è sempre la stessa storia

I ritardi non sono certo una novità. Già con il contratto 2019/2021, gli arretrati arrivarono con mesi di ritardo, come raccontato in questo approfondimento di Infodifesa. La stessa cosa era avvenuta con il contratto 2016/2018, documentata qui. Non è un caso isolato, è prassi consolidata: la firma avviene a ridosso della scadenza, gli arretrati vengono corrisposti mesi dopo, spesso forfettizzati tramite una una tantum nel primo anno, e la registrazione in Gazzetta Ufficiale arriva quando ormai il nuovo anno è iniziato da tempo (come accaduto anche quest’anno, con pubblicazione ad aprile).

NoiPa paga tardi, ma non è l’unico colpevole

È fin troppo facile scaricare ogni responsabilità solo su NoiPa, il sistema informatico che gestisce le retribuzioni. Ma il problema è strutturale e a monte: la concertazione contrattuale inizia sempre troppo tardi, spesso con la firma del nuovo contratto a gennaio dell’anno successivo alla scadenza del precedente. Con questi tempi biblici, è inevitabile che la macchina burocratica si inceppi, tra registrazioni, verifiche e pubblicazioni.

Piuttosto che continuare a chiedere, con toni stupefatti, se i ministri siano “a conoscenza” dei ritardi – come se si trattasse di una scoperta improvvisa – sarebbe molto più utile domandarsi perché la contrattazione non venga avviata per tempo, o almeno conclusa con sufficiente anticipo da consentire a tutti gli organi coinvolti di affrontare senza affanno i lunghi e prevedibili tempi tecnici di registrazione, controllo ed erogazione. Il problema come abbiamo visto non è episodico, è sistemico: ogni contratto segue lo stesso copione, e ogni volta si inscena la parte dell’indignazione come se fosse la prima.

Altro che scandalo: qui serve una riforma vera

Se si è anche solo in parte concausa dell’inefficienza burocratica, allora non basta puntare il dito. Bisogna rimboccarsi le maniche e, ognuno per la propria parte di responsabilità, agire davvero. Perché indignarsi pubblicamente serve a poco, se dietro le quinte si continua ad alimentare un sistema che ciclicamente produce ritardi, disservizi e frustrazione, in particolare per chi indossa ogni giorno una divisa e aspetta quello che gli spetta di diritto.

I militari, i poliziotti, i carabinieri vivono sulla loro pelle queste attese ogni tre anni, puntualmente, mentre la politica si accorge del problema solo quando scoppia mediaticamente. Servirebbe una riforma del sistema contrattuale, una calendarizzazione preventiva, una semplificazione dei flussi NoiPa e un coordinamento più efficace tra MEF, Funzione Pubblica e Difesa.

Fino ad allora, continueremo a vedere interrogazioni indignate ogni tre anni. E stipendi o arretrati che arrivano… quando possono.

Infodifesa è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale

Cosa Aspetti? Al costo di meno di un caffè al mese potrai leggere le nostre notizie senza gli spazi pubblicitari ed accedere a contenuti premium riservati agli abbonati – CLICCA QUI PER ABBONARTI

error: ll Contenuto è protetto