Polizia

Carabiniere ucciso, scatta il primo rimborso: il Viminale anticipa le spese legali per i poliziotti indagati


Il primo acconto dal Ministero: 10mila euro per le difese legali

Il Ministero dell’Interno ha effettuato il primo accredito delle spese legali nei confronti del vice ispettore Ivan Lupoli e del sovrintendente Giuseppe Cavallo, entrambi indagati per omicidio colposo in relazione alla morte di Michele Mastropietro. Quest’ultimo, lo scorso 12 giugno a Francavilla Fontana, ha ucciso il brigadiere capo dei carabinieri Carlo Legrottaglie durante un conflitto a fuoco.

L’acconto, pari a 10mila euro, è stato concesso come anticipazione delle spese per coprire i costi di due avvocati e due consulenti tecnici di parte. Si tratta di una misura introdotta nel Decreto Sicurezza fortemente voluto dal ministro Matteo Piantedosi.


Tutele rafforzate per gli agenti: verso il “registro indagati ad hoc”

Il caso di Francavilla ha riacceso il dibattito sulle garanzie procedurali per le forze dell’ordine, spesso indagate a seguito di interventi in situazioni di pericolo. Sul piano tecnico, l’iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto per permettere l’esercizio del diritto alla difesa. Ma sul piano umano e operativo, può trasformarsi in un macigno personale e professionale.

Da qui la proposta, sostenuta anche dalla premier Giorgia Meloni, di istituire un registro parallelo per agenti, medici e infermieri, figure “sensibili” esposte a rischi operativi. Una sorta di “legittima difesa perenne”, che eviti automatismi accusatori e fermate di carriera.


“Non è uno scudo penale”: il fronte sindacale in pressing

La proposta non piace a tutti. Le opposizioni parlano apertamente di un tentativo di impunità, ma dal fronte delle divise arriva un messaggio chiaro: «Non vogliamo privilegi, solo tutele», afferma Domenico Pianese, segretario del sindacato Coisp.
«Basta con l’equazione agente=indagato dopo ogni intervento. Chiediamo solo che non si attivino meccanismi automatici in assenza di indizi gravi».

Al Viminale si è tenuto un incontro tra i sindacati delle forze dell’ordine, il ministro Piantedosi e il sottosegretario leghista Nicola Molteni. Al centro del confronto il cosiddetto “decreto polizia”, in via di definizione, che dovrebbe includere anche un sistema più rapido di erogazione delle anticipazioni legali.


Tempi lunghi, stipendi dimezzati e carriere in stallo

Il nodo centrale resta quello temporale. Le somme — anche se previste per ogni grado di giudizioarrivano in media dopo 6 o 7 mesi, mentre le spese legali sono immediate. Nel frattempo, per l’agente indagato si apre un tunnel fatto di blocco negli avanzamenti di carriera, possibili procedimenti disciplinari e sospensioni cautelari con stipendio dimezzato fino a 5 anni.

La sensazione tra le forze dell’ordine è quella di essere esposti, isolati e spesso lasciati soli. Lo dimostra la colletta spontanea organizzata a Francavilla per sostenere Lupoli e Cavallo, prima ancora dell’intervento del Viminale.


Una misura destinata ad allargarsi? Medici e infermieri nel mirino del governo

Il progetto di riforma — ancora in fase embrionale — punta a estendere queste tutele anche ad altri settori ad alto rischio, come medici e infermieri. Resta da chiarire se saranno inclusi anche gli errori in corsia, o se la norma si limiterà a casi di aggressione o emergenze sanitarie.

Esclusi invece — come precisano fonti della maggioranza — i commercianti armati che si difendono durante furti o rapine. Un paletto chiaro, che taglia fuori una delle battaglie simbolo della Lega.


Il Colle osserva: equilibrio tra sicurezza e giustizia

Non mancano i timori istituzionali. Il Quirinale ha già espresso dubbi su alcune norme contenute nel Decreto Sicurezza, specialmente laddove si profilano alterazioni del principio di uguaglianza davanti alla legge. Da qui la cautela nel procedere su binari costituzionalmente solidi.

Intanto però, il governo va avanti. Deciso a rafforzare il sostegno alle forze dell’ordine, senza concedere scudi generalizzati, ma sistemi di tutela specifici per chi rischia la vita ogni giorno per la collettività.


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