“Prima il benessere”: Il Generale Oresta rimosso. E Luongo rilancia la disciplina come valore
Firenze, 1 luglio 2025 – Una frase, più di tutte, ha messo in moto la macchina del Comando generale: “Il vostro benessere, e quello dei vostri familiari, è superiore a qualunque istruzione o procedura”.
A pronunciarla, il generale Pietro Oresta, comandante – fino a pochi giorni fa – della prestigiosa Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze. Un uomo in uscita, un militare prossimo alla fine del biennio di comando, che ha scelto di congedarsi con parole fuori dal protocollo, fuori dalla retorica. Vere.
E per questo, evidentemente, pericolose.
Domenica scorsa, il vertice dell’Arma lo ha rimosso. Senza dichiarazioni ufficiali. Senza designare un successore. Senza nemmeno il tentativo di camuffare il tempismo.
Il discorso di Luongo: disciplina o messaggio cifrato?
E poi c’è il discorso del Comandante Generale Salvatore Luongo, pronunciato il giorno dopo, lunedì, a Padova. Un intervento solenne durante il cambio al vertice dell’Interregionale tra Iannotti e Stefanizzi, a tratti ispirato, che ha però tutta l’aria di una risposta indiretta – ma chiarissima – al collega trasferito.
“La disciplina non è mera osservanza di regole”, ha detto Luongo, “ma consapevole condivisione di un ideale superiore. È la forza silenziosa che regola l’agire, la virtù interiore che rende coesi i ranghi. E’ l’ordinata adesione a un codice di norme e valori che, nell’ambito militare, si sublima in dovere morale e in atto di fedeltà assoluta…”.
“Nel suo significato più alto, la disciplina militare è misura e rigore, ma anche dignità e onore: è la trama invisibile che tiene unito l’esercizio della libertà alla necessità dell’ordine; è la condizione indispensabile per il compimento della missione e la salvaguardia dei valori repubblicani cui l’Istituzione è votata”.
Ma cosa sta davvero dicendo Luongo?
Sta ribadendo i principi cardine dell’Arma, certo. Ma se questo intervento vuole essere anche un commento implicito sul caso Oresta, allora è una profonda delusione.
Perché Luongo, finora, era sembrato il promotore di una nuova stagione per i Carabinieri, più attenta alla persona, al contesto sociale, al futuro. Invece, punire un generale che parla di benessere e salute come valori prioritari suona come un’inversione a U. E se davvero si è trattato di una prova di forza, la sensazione è che sia stata maldestra.
Se davvero l’Arma voleva cambiare guida alla scuola, bastava eseguire il movimento nei tempi giusti, a biennio concluso, senza clamore. Così il saluto sarebbe passato sotto traccia. Invece, il trasferimento immediato ha trasformato Oresta in un martire con la divisa, e le sue parole – che forse sarebbero scomparse in una cerimonia di routine – oggi rimbalzano, si moltiplicano, si viralizzano.
Cosa ha detto davvero Oresta: il discorso che ha scosso l’Arma
Nel suo ultimo giorno alla guida della scuola, davanti ai neo marescialli e alle famiglie, Oresta ha scelto una linea personale, empatica, diretta. Altro che formalità.
“Aiutare un anziano ad attraversare la strada ha più impatto di trovare 300 tonnellate di cocaina e arrestare 20 persone”.
“È impossibile che vi venga chiesto qualcosa che non si possa fare”.
“Quando arriverete al reparto, la prima cosa da fare è vedere dov’è la palestra, il centro estetico, il distributore più economico… Poi faremo le nostre cose, le faremo bene. Ma la vita e la famiglia sovrastano a ogni costo qualunque procedura”.
E infine, un colpo secco alla mitologia muscolare che spesso circonda l’uniforme:
“Batman, Robin, Rambo… non ce ne frega niente”.
Un discorso che parla di benessere fisico, mentale, familiare. Che invita a essere buoni carabinieri partendo dall’essere persone equilibrate. Nessun invito alla disobbedienza. Solo una richiesta di umanità.
Un caso che si poteva evitare, un errore che fa rumore
L’intera vicenda, gestita in questo modo, ha prodotto l’effetto opposto a quello cercato. Il caso Oresta sarebbe potuto finire nel silenzio di un passaggio di consegne. Ora invece è diventato un nodo pubblico, visibile, ingombrante. E il messaggio che arriva – soprattutto agli allievi – rischia di essere il peggiore:
parlare di benessere? Pericoloso. Troppa verità? Sgradita.
Una gestione più attenta, più “politica”, avrebbe salvato forma e sostanza. Invece, oggi, l’Arma si ritrova con un generale rimosso e un discorso che continuerà a circolare, inciso nella rete come un manifesto non autorizzato di un’idea diversa di comando.
E se l’errore fosse stato punire le parole, invece che capirle?
La rimozione del generale Oresta, se davvero legata al suo discorso, è una decisione che lascia più interrogativi che certezze. Ha segnato uno spartiacque – involontario ma evidente – tra chi vorrebbe un’Arma moderna, capace di ascoltare e cambiare, e chi continua a preferire il silenzio, l’obbedienza e il rigore assoluto.
E ora? Il rischio è che il danno sia fatto
Invece di lasciar scivolare tutto come un saluto personale, il Comando ha scelto la via dura. Così però il discorso è diventato un manifesto. E chi lo ha pronunciato, un riferimento per molti.
Oggi Oresta non è un generale rimosso: è la voce che ha detto ciò che molti pensano. E le sue parole continueranno a circolare.
Un’occasione persa o una seconda possibilità?
Salvatore Luongo ha ancora in mano la direzione dell’Arma. Ha la possibilità di chiarire, smorzare, correggere. Anche solo con un gesto, o con un messaggio che non rinneghi quanto detto da Oresta.
Perché dire che il benessere conta non è una colpa. È un principio. E anche la disciplina, quella vera, non si impone: si ispira.
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