Polizia

Poliziotta suicida a Verona lascia figlio di 5 anni, donati gli organi: “Resterà nei nostri cuori”

“Resterà per sempre nei nostri cuori e siamo particolarmente vicini al suo bambino e alla sua famiglia”. Ha usato queste parole il questore di Verona, Ivana Petricca, per esprimere tutto il proprio dolore per la morte della poliziotta di 46 anni che nei giorni scorsi si è suicidata con la sua pistola d’ordinanza nell’ufficio della Questura di lungadige Galtarossa.

A trovare il corpo dell’agente, che ha un figlio di soli 5 anni, era stato un collega che ha tentato di soccorrerla. Poi la corsa all’ospedale di Borgo Trento, dove i medici hanno fatto tutto il possibile per salvarla ma alla fine ne hanno dovuto dichiarare la morte cerebrale.

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I familiari hanno deciso di donarne gli organi. Solo il mese scorso si era verificato un altro episodio del genere presso la Questura di Verona: un poliziotto di 37 si è ucciso con una pistola di ordinanza il 18 agosto.

E non sono gli unici casi. Per questo, i sindacati di categoria, su tutti Fsp Polizia di Stato e Libero Sindacato di Polizia (Lisipo), parlano di “virus suicida” e di “una strage senza precedenti i cui numeri lasciano sgomento”, riferendosi all’alto numero di suicidi tra gli appartenenti alle forze dell’ordine.

Quello della poliziotta di Verona è il 17esimo suicidio solo nella Polizia di Stato da inizio anno, ne sono stati 49 in totale considerando tutte le forze dell’ordine. Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato, ha così commentato quanto successo: “Non ci sono parole adatte al dolore della perdita, ma c’è da parte nostra la consapevolezza dell’abisso in cui ciascuno di loro si sentirà sprofondare. La media fra gli operatori del comparto che si tolgono la vita è ben superiore alla media nazionale che conta inoltre tutte le fasce d’età, mentre quella dei colleghi è una fascia anagrafica delimitata. Continuare ad assistere inermi a questa ecatombe non si può. E, se pure nessuno può conoscere le singole realtà di fragilità e di sconforto che sfociano in simili tragedie, ciò che sappiamo, appartenendo a questo mondo, è che i disagi, i sacrifici, le difficoltà sono tante e tali che certamente alleviarle ed eliminarle, quando possibile, sarebbe determinante”.

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