Carabinieri

La coperta è corta e l’Arma corre ai ripari. “Carabinieri fuori dagli uffici!”

Pochi e troppo anziani (nella media). L’Arma dei carabinieri ha bisogno di assumere e di ringiovanire il personale. E’ la sintesi di una lunga audizione del comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, in commissione Difesa della Camera l’anno scorso.

Rimaste inascoltate le parole del Comandante, oggi l’Arma corre ai ripari con una serie di direttive volte, con estrema maestria, ad allungare una coperta corta e sfilacciata traendo il massimo dal poco a disposizione. Si parte da una rimodulazione degli orari delle stazioni carabinieri, la punta di diamante dell’Arma, che cerchi di salvaguardare l’apertura al pubblico, il numero esiguo di personale, il controllo del territorio, insomma un po’ tutto. “Garantire sicurezza con pochi uomini” sfidando i numeri di un’ampia carenza di organico che una manciata di assunzioni non può certamente arginare. E la preoccupazione di molti ricade proprio sui carabinieri che in conseguenza delle nuove e ferree linee guida dettate dal Comando Generale dovranno supportare carichi ancora più stressanti di lavoro pur di poter garantire sicurezza.

Ma non finisce qui. L’Arma costretta a lavorare al limite delle proprie possibilità, secondo quanto apprende Infodifesa.it, ha virato verso un’ulteriore ottimizzazione di impiego del personale.

“La complessiva disanima della situazione della forza dell’Arma – si legge nelle linee guida in favore dell’organizzazione territoriale del Comando Generale – evidenzia come le maggiori carenze organiche siano attualmente sopportate dall’organizzazione Territoriale, che patisce un deficit del 6,96% (-5.797 unità), pari all’85,4% del passivo registrato dall’intera istituzione (-6.879 unità). In particolare, ad essere più fortemente penalizzati sono gli assetti  dedicati al controllo del territorio posti alle dipendenze dei Comandi Provinciali, che – nonostante l‘assegnazione di 1.882 Sovrintendenti e 2.574 neo Carabinieri – soffrono ancor oggi l’assenza di 6.337 unità complessive, pari a quasi l’8% delle posizioni di impiego loro dedicate.”

La soluzione emergenziale dell’Arma consiste con le nuove linee guida nel “promuovere il graduale riassorbimento, sin da subito” dei sovraorganici “dei Sevizi Amministrativi, Reparti Comando e Uffici di Stato Maggiore legionali che presentano invece esuberi difficilmente giustificabili”, garantendo “prioritario sostegno ai dipendenti reparti deputati al controllo del territorio (in primis le Stazioni Carabinieri) verso cui è indispensabile orientare ogni risorsa disponibile”.

Una riorganizzazione interna stravolgente, nel silenzio di una politica decennale che continua a guardare “numeri” che diminuiscono ed invecchiano, colpevole dello scempio odierno e le cui colpe ricadono sui carabinieri costretti a stringere ancora la cinghia.

 

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