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RENZI “ABBAIA MA NON MORDE” E CON I POLIZIOTTI E I MILITARI FA DIETROFRONT

(di Massimo
Falcioni)
– Dopo l’annuncio del blocco degli stipendi dei poliziotti da parte
dell’esecutivo e la successiva mobilitazione (con minaccia di sciopero) dei
sindacati del comparto difesa e sicurezza pare vicina la soluzione di una
vertenza ad alto rischio, con un braccio di ferro che va al di là dei confini
dei diretti interessati per investire tutto il comparto della Pa e l’intero
Paese.

Tutto è bene quel
che finisce bene? Non proprio, perché il passo indietro (se confermato) di
Renzi la dice lunga sul suo modo di concepire i rapporti fra potere e parti
sociali e quindi, sul suo modo di governare.
In effetti, se la
soluzione si è trovata abbastanza facilmente perché la chiusura iniziale con la
nota arrogante sicumera del premier per mettere tutti “in riga”?
“Non si capisce –
dice Potito Salatto dei Popolari per l’Italia – perchè Renzi abbia tenuto
inizialmente una linea negativa per poi doversela rimangiare creando solo
sgomento e preoccupazione tra servitori dello Stato che meritano invece la
massima attenzione da parte delle istituzioni. E’ questo il nuovo modo di governare
del premier?”.
Incalza Gianna
Fracassi, segretaria confederale dela Cgil: “La possibile conclusione della
vertenza sullo sblocco degli stipendi dei comparti Sicurezza, Difesa e Soccorso
pubblico è una notizia positiva. Adesso attendiamo una rapida soluzione per
tutto il resto del pubblico impiego, a partire dal recupero delle risorse per i
rinnovi contrattuali bloccati oramai da quattro anni”. Così Gianna
Fracassi, segretaria confederale della Cgil, in merito all’esito della riunione
tenutasi questa mattina a Palazzo Chigi tra il Sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio Lotti e i ministri Alfano, Padoan e Pinotti, d’intesa con il
ministro Orlando. “La Cgil e le sue categorie – conclude Fracassi – sono
in campo per ottenere l’apertura del confronto negoziale sia sul versante
economico che normativo”.
Ma, al di là di ciò
che dice la Cgil, ovvio che, passata la festa gabbato lo santo, con una pezza
messa dal governo sulla vertenza poliziotti per non accendere una miccia
esplosiva e buonanotte ai suonatori: i milioni di lavoratori della Pa
resteranno a bocca asciutta e ai sindacati non resterà che ricorrere al solo
strumento a disposizione, quello dello sciopero.

Sciopero che
paralizzerà il Paese – quindi sciopero generale – dato per certo se il governo
non sbloccherà le vere riforme economiche e procederà con il colpo di spugna
sull’art. 18 e zone limitrofe. Fine della concertazione o fine della pace
sociale in Italia?

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