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POLIZIOTTO RAPINA UN SUPERMERCATO, È CONOSCIUTO ANCHE PER AVERE SCRITTO UNA SERIE DI LIBRI “GIALLI”

È un poliziotto in
servizio alla Digos di Pisa – Daniele Lama Trubiano, 50 anni – 
l’autore della rapina al supermercato Conad di Sant’Alessio, a Lucca. L’uomo è
anche conosciuto per la passione per la scrittura: è autore, infatti, di
alcuni “gialli” .

In passato si era occupato di antiterrorismo
facendo parte anche della squadra che si era occupata delle indagini sulle
nuove brigate rosse e che portarono all’arresto della brigatista pisana Cinzia
Banelli. Trubiano per il colpo al supermercato ha utilizzato la pistola di
ordinanza. Questi i fatti.
Accade tutto nel giro di
un paio di minuti. Sono le 19,50 e all’interno del discount Conad ci sono
ancora una decina di persone intente a comprare prodotti alimentari per cena.
In fila vicino alle due casse ancora aperte in prossimità dell’ingresso del market
quattro clienti, tutte donne sui 50-60 anni. Sembra una serata come tante
invece in quell’istante si scatena l’inferno. Entra di corsa un individuo con
il volto travisato da un cappuccio che tiene in pugno un revolver e lo punta ai
cassieri indaffarati a passare i prodotti e a sistemare le banconote nel
cassetto. «È una rapina, datemi i soldi e non accadrà nulla» le parole
pronunciate senza particolari inflessioni dialettali tra il panico e le urla
delle clienti che vedono a pochi centimetri la canna del revolver.
Il bandito arraffa le
banconote e le sistema in uno zaino sempre tenendo sotto il tiro della
rivoltella i due impiegati. A quel punto si volta e si dirige di corsa verso
l’uscita del minimarket.  Alle casse più lontane dal rapinatore ci sono un
quarantenne di San Cassiano a Vico e un trentenne di Marlia. Entrambi non ci
pensano su un istante. Escono dalla postazione e seguono, a debita distanza, il
malfattore. Nel parcheggio c’è un immigrato del Senegal che staziona nella zona
e che si unisce a loro. «Non ho pensato alle possibili conseguenze – dice uno
dei due cassieri – e con il collega sono andato dietro al rapinatore. L’abbiamo
seguito per un centinaio di metri sulla strada sino al ristorante Tambellini.
Ogni tanto si voltava, ci mostrava la pistola e minacciava di sparare. L’ha
fatto per 3-4 volte. A quel punto abbiamo pensato che l’arma fosse una
scacciacani e abbiamo deciso di agire saltandogli addosso per bloccarlo». Sono
stati agevolati dall’arrivo di un ciclista che ha frenato e in qualche modo ha
contribuito a far cadere il malfattore. «La polizia è stata velocissima. –
conclude il dipendente – Ma eravamo in quattro per tenere fermo il rapinatore
in attesa dell’arrivo delle volanti. Gli agenti ci hanno detto che l’arma era
vera e funzionante. Ripensandoci adesso a mente fredda dico che siamo stati
degli irresponsabili. Ma in quei frangenti prevalgono la rabbia e l’istinto. E
noi eravamo molto arrabbiati».
IL QUESTORE: “FATTO
INSPIEGABILE”
“Siamo sconcertati e
davvero non sappiamo dare una spiegazione a quanto successo. Negli ultimi tempi
non ha mai dato segni di nervosismo o altri segnali che lasciassero prevedere
qualcosa di preoccupante”. Lo ha detto il questore di Pisa, Alberto
Francini, commentando l’arresto dell’agente della Digos. “Era rientrato in
servizio – ricorda il questore – dopo un periodo di malattia, ma le sue
condizioni psicofisiche erano buone. È un fatto inspiegabile, che ci amareggia.
Nessuno, neppure tra i suo colleghi più stretti, riesce a dare una motivazione
al gesto che ha compiuto”.

L’agente, in servizio
nella squadra antiterrorismo della Digos, è stato immediatamente sospeso in
attesa dell’esito del procedimento penale a suo carico che “già alla
conclusione del processo di primo grado – ha sottolineato Francini – potrebbe
portare in caso di condanna alla destituzione da poliziotto”

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