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POLIZIA: SBLOCCO O PROTESTA A OLTRANZA

Alcune settimane fa, per rafforzare le strategie a soluzione dell’annosa vicenda del blocco del tetto salariale, come segnalato dal territorio, le segreterie nazionali di tutte le sigle sindacali della Polizia di Stato, grazie alla partecipazione e comprensione di tutti i colleghi, hanno deciso, dopo la manifestazione a Milano, di attuare una nuova mobilitazione per far capire alla controparte, Governo e Dipartimento della P.S, che i poliziotti vivono ormai in una condizione insostenibile.

Abbiamo constatato con piacere che la mobilitazione, sia per quanto riguarda il blocco degli orari in deroga che per le altre misure decise e condivise da tutti i sindacati, nonostante comporti in alcune circostanze dei sacrifici per il personale, trova applicazione su tutto il territorio nazionale. I colleghi, infatti, hanno ben compreso qual è la posta in gioco; per cui una qualche rinuncia fatta ora, può portare, quanto prima, ad ottenere un risultato ben più importante, qual è lo sblocco del tetto stipendiale che è in vigore da oltre 4 anni.
Qualche giorno fa abbiamo preso atto con un certo stupore che una sigla sindacale, che aveva condiviso ragioni e forma della forte protesta, ha deciso, unilateralmente, di abbandonare il compatto fronte unitario, nel pieno dell’azione rivendicativa contro il governo, che ancora non ha sancito alcuno risultato positivo sul superamento del tetto salariale, come se la lotta per ottenere lo sblocco non fosse più una sua priorità.
Il nostro stupore scaturisce dalla obbligata constatazione che sul principale dei nostri obiettivi, e cioè il superamento del vergognoso blocco delle retribuzioni dei poliziotti, al di là di alcune dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa da qualche ministro, nulla ancora si è concretizzato tant’è che è trapelata la notizia secondo la quale Palazzo Chigi smentirebbe le anticipazioni ottimistiche dei suoi ministri, non avendo dato il semaforo “verde” alla bozza di provvedimento che avevamo contribuito a preparare proprio per il superamento del tetto salariale.
E allora perché sfilarsi dal comune fronte sindacale, che rimane ancora compatto, per quanto ci riguarda, sull’obiettivo prioritario dello sblocco, proprio ora che la situazione è in una fase delicatissima e ancora da definire? Guardando a ritroso non possiamo non notare che l’unica novità di rilievo di questi giorni, riguarda la sola conferma della presentazione di emendamenti che restituirebbero distacchi e permessi sindacali. Anche qui la domanda sorge spontanea: quale ragione ha spinto quella sigla sindacale, non appena si è avuta notizia che i distacchi sindacali probabilmente non sarebbero stati tagliati, ha deciso di ritirarsi da questa battaglia unitaria e sfilarsi da un fronte comune che ha, lo ribadiamo fino ad essere pedanti, l’obiettivo prioritario di superare il blocco del tetto salariale?
Si tratta di una decisione che oltre a inviare un chiaro segnale di presa di distanza del compatto fronte sindacale agli occhi della controparte, manifesta la chiara volontà che la nostra battaglia per le retribuzioni dei poliziotti, ribadiamo in questa fase delicatissima della vertenza, molto probabilmente non è per questa sigla prioritaria. Per noi, invece, questo obiettivo era è e continua ad essere non solo prioritario ma l’unico e vero fine per il quale continuare a battersi sino a quando non avremo il provvedimento con il quale, a prescindere dalla decorrenza che può essere 1° ottobre o 1° novembre, il Governo non anticipa lo sblocco del tetto salariale dei poliziotti.
Preso atto di tale scelta, che riteniamo sbagliata, ma che non comprometterà l’esito della nostra battaglia, SIULP, SIAP, SILP CGIL, UGL POLIZIA, COISP, CONSAP e UIL POLIZIA – a differenza da chi si è “sfilato” avendo evidentemente priorità diverse da quelle che perseguiamo noi – non fanno passi indietro e, anzi, confermano lo stato di agitazione fino a che non si avrà il superamento del blocco stipendiale.
Per questo motivo, già ieri, abbiamo lanciato un chiaro messaggio al governo, nel quale ribadiamo con fermezza che se le anticipazioni dei ministri Alfano e Pinotti non verranno seguite da fatti concreti, guideremo i poliziotti in piazza per far sentire forte la nostra voce e la nostra rabbia, ma soprattutto per ribadire che il tempo degli annunci è scaduto.
Ora ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Roma, 30 luglio 2014

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