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LA SORELLA DEL BANDITO UCCISO DAL CARABINIERE:”NON ERA ARMATO, SE AVESSE ASCOLTATO MAMMA SAREBBE ANCORA VIVO”

«Se avesse dato retta alla mamma, Antonio sarebbe ancora vivo». Un commento amaro quello di Lucia Ricciardi, zia di Antonio Mannalà, il rapinatore ucciso da un carabiniere mentre veniva ammanettato dopo aver messo a segno un colpo ad una coppietta a Casalnuovo.

«Mia sorella, (Maria Ricciardi, mamma della vittima) mi ha confidato piangendo che mercoledì sera, come se avesse avuto un presentimento, ha supplicato il figlio di “non uscire da casa”. Mi ha detto che l’aveva visto più inquieto del solito. E lui che di carattere non era davvero facile, dopo la seconda supplica della mamma, ha risposto sgarbato che “usciva come, quando e meglio gli faceva comodo”. Se avesse ascoltato la mamma, ora non saremmo in questo guaio e i suoi tre figli avrebbero ancora un padre. Anche se in galera».
Lucia Ricciardi si è precipitata da Barra, dove abita, ad Afragola nel cuore della notte, per stare vicino alla sorella e badare ai tre figli di Antonio Mannalà, Martina, cinque anni, Luigi, meno di trenta mesi e Savio di appena un anno, nati dal matrimonio con Linda Micillo, 21 anni. È l’unica familiare a stare in casa, al quinto piano di uno dei primi isolati del rione Salicelle. Un posto davvero già molto difficile, finito negli ultimi tempi al centro della faida dei carbonizzati per il monopolio dello spaccio di droga, e centrale operativa dei mandanti dei venti e più attentati dinamitardi portati a segno in meno di due mesi tra Afragola e la vicina Casoria. Una famiglia segnata già da un altro lutto. Luigi Mannalà, padre della vittima, fu ucciso a Grumo Nevano una ventina di anni fa dai killer del clan Giuliano. La cosca di Forcella temeva che potesse rivelare agli inquirenti, che insieme a Gennaro Barnoffi (condannato a 24 anni di carcere nel 2013) aveva preso parte all’omicidio di Antonio Nubile, un vigilantes ammazzato all’esterno della facoltà di Scienze della Federico II, al quale volevano rubare la pistola. «Penso che da queste parti il Padreterno davvero non posa mai lo sguardo. Altrimenti non riesco a capire la ragione di tanti lutti e sofferenze».
fonte ilmattino.it

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