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PER PAURA DEL TERRORISMO, ALFANO RILANCIA IL PROGETTO STRADE SICURE CON MILITARI E FORZE DI POLIZIA

(di Marco Ludovico) L’innalzamento del livello di allerta
rende necessario che vengano incrementati i finanziamenti previsti dalla legge
di Stabilità per il settore sicurezza.

Un provvedimento per prolungare «Strade sicure». La necessità di
varare al più presto le nuove norme antiterrorismo
. Il conto degli
obiettivi sensibili da controllare, circa 10mila ma sempre di più: un problema
non da poco, viste le risorse umane e finanziarie scarseggianti e le vigilanze
“dinamiche” – con le volanti delle forze dell’ordine – che sostituiscono via
via quelle fisse.
Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, riferisce oggi in Parlamento
sull’attentato di mercoledì a Parigi. L’allerta innalzata al massimo livello
impone un incremento dei controlli: serve dunque una rivisitazione della
scelta, fatta in sede di legge di stabilità, di ridimensionare il progetto
Strade sicure.
Quei soldi sono stati recuperati in extremis dai tecnici ministeriali a
fine anno e hanno garantito la vigilanza a obiettivi sensibili come le ambasciate,
che rischiavano di rimanere scoperte.
Con un’altra dozzina di milioni, se l’Economia e la Ragioneria generale
dello Stato daranno il via libera, si potrà garantire la presenza dei militari
fino a metà 2015. La questione è delicata, c’è un’intesa di fondo di Alfano con
il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ma non è detto che alla fine vada in
porto. Perché, come al solito, i fondi sono ridotti al minimo o destinati ad
altre priorità. Per il titolare del Viminale resta la necessità di monitorare sempre
di più il territorio e i soggetti a rischio in coerenza con l’annunciata
«allerta altissima». Di procedere, tra l’altro, a una verifica ancora più
stringente sull’enorme afflusso di immigrati nel 2014. Di aumentare, se
possibile, il monitoraggio informativo, già comunque molto elevato, da parte
della Polizia di Stato e dell’Arma dei carabinieri.
Di fatto l’annunciata – benché non ufficiale – convocazione per ieri al
Viminale del Cnosp (Comitato nazionale ordine e sicurezza pubblica), la
riunione tra il ministro dell’Interno e i vertici di forze di polizia e
servizi, è slittata: le questioni di ordine pubblico devono essere risolte innanzitutto in
sede politica, visto che implicano lo stanziamento di altre risorse.
Al prossimo Consiglio dei ministri il titolare del Viminale è pronto a
portare il suo pacchetto antiterrorismo: previste pene ad hoc per i foreign
fighters
, controlli rigidi e ritiro del passaporto per i sospetti, divieto
di vendita dei precursori di esplosivi, stretta sul web con oscuramento dei
siti che inneggiano alla violenza.
Il testo, pronto da settimane, potrebbe subire rivisitazioni e
aggiornamenti ma, soprattutto, potrebbe riprendere vita nella forma originaria
del decreto legge: decisione, quest’ultima, tutta politica, che passa per il
premier Matteo Renzi e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Nel contempo Roma continua a sostenere in sede Ue l’adozione del
cosiddetto Pnr (Passenger name record), l’accesso alle liste passeggeri di
tutti i voli. Domenica Alfano sarà a Parigi insieme a tutti i colleghi europei.

Intanto la Commissione Ue reagisce all’odio jihadista annunciando per le
prossime settimane un nuovo piano antiterrorismo che preveda anche un
miglioramento del trattato di Schengen e una strategia comune per contrastare
il fenomeno dei foreign fighters, i jihadisti con passaporto europeo che a
migliaia – le ultime stime parlando di 10-12mila – lasciano casa loro per
andare a combattere in Siria o in Iraq, a fianco dell’Isis.

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