Guardia costiera

Militare morto, uno dei ragazzini scampati alle onde: “Io salvato da solo”. La reazione del Web

Ha soccorso due ragazzini di 15 e 13 anni, con le onde alte 7 metri, e alla fine non ce l’ha fatta. Aurelio Visalli, sottoufficiale motorista, della Capitaneria di Milazzo è morto da eroe. Da altruista qual era. Uno dei due adolescenti che erano in mare ha raggiunto la riva, l’altro trascinato dalla corrente rischiava di affogare e si è aggrappato a una boa.

Visalli giunto sul posto con altri due sottoufficiali – come si legge sul Corriere della sera – da terra gli ha lanciato un salvagente. Un’onda altissima però lo ha travolto portandoselo via. Aveva 40 anni e i suoi colleghi non nascondono la rabbia, per quanto accaduto. Per il gesto di quei ragazzi che ha reso necessario l’intervento del militare. I due ragazzi si son salvati, lui è morto.

L’esposto

Ed ora in tanti si chiedono se la sua morte poteva essere evitata. Proprio stamane la moglie – stando al giornale – ha affidato la presentazione di un esposto agli avvocati Tommaso Calderone e Sebastiano Campanella.

Il post

Sta inoltre facendo discutere il post che uno dei ragazzini avrebbe – a leggere Repubblica – postato su Facebook e Istagram. “Ragazzi apposto, sono sano e salvo. Mentre facevo le capriole in spiaggia, a me e al mio amico ci prende in pieno un’onda e mi trascina al largo, nessuno si è buttato, quindi prima di dire che qualcuno è morto per salvare me, cazzate”, avrebbe scritto.

Inevitabile l’indignazione dei familiari di Visalli che avrebbero parlato di “un messaggio ignobile, che non ha rispetto della morte di un eroe”. “Li denunceremo quei ragazzini, per omicidio colposo”, afferma il cognato della vittima –  (…) “Non si possono scrivere quelle parole”. Immediata anche la reazione del Web.

Pare che il messaggio del ragazzo sia stato poi cancellato.

E l’amico del ragazzino avrebbe lanciato a sua volta un altro messaggio: “Ve la racconto io la verità, facevamo le capriole sul bagnasciuga e un’onda ci ha trascinato al largo. Io sono riuscito ad uscire e a chiamare il 118, il mio amico si è aggrappato ad una boa”, scrive Repubblica.

Poi alla fine, ieri pomeriggio, è apparso un messaggio di altro tenore: “Nessuno è più dispiaciuto di me per quello che è successo, ho pregato fino adesso per quel soccorritore”.

Non si dà pace la moglie

Intanto non si da pace la moglie di Aurelio Visalli, Tindara Grosso. Stavolta è il Corriere a riportare le sue parole. “Non è morto per una fatalità, ma per l’incompetenza di chi l’ha mandato a salvare due ragazzi senza un giubbotto, senza funi, senza mezzi…», avrebbe detto stando al quotidiano.  

I parenti vogliono sapere

Arriva la massima solidarietà dai vertici della Difesa. I parenti dell’eroe morto per salvare due ragazzini però vogliono vederci chiaro.  

«L’unica cosa che chiediamo è di vedere i due ragazzi che erano con Aurelio – dicono i parenti, secondo quanto riporta il Corriere – . Anche se il loro comandante s’ è lasciato sfuggire che “non potevano rischiare la vita per lui, facevano gli amministrativi”. A conferma dell’incompetenza. E sicuramente delle lacune anche sul piano delle ricerche andranno spiegate». Ritenete che anche le ricerche siano state lente? «Usiamo pure questo eufemismo, come dicono gli avvocati. Sabato pomeriggio chi c’era in spiaggia e in acqua a cercare Aurelio? Tanti non hanno visto nessuno. Inaccettabile. Ecco perché pensiamo all’autopsia. Per capire se c’era invece la possibilità di salvarlo».

Disposta l’autopsia

La Procura di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) ha disposto l’autopsia sul corpo di Aurelio Visalli. Gli inquirenti proseguono le indagini sulle modalità con cui è stato ricercato dell’uomo in mare dopo le dichiarazioni anche del cognato che ha denunciato ritardi e mezzi inadeguati per le ricerche. I funerali inizialmente previsti per domani a Milazzo potrebbero slittare di qualche giorno.

Redazione articolo a cura di Tiscali.it

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