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LO SAPETE CHE L’ADDESTRAMENTO DELLE FORZE ARMATE È LA CENERENTOLA DELLA DIFESA ITALIANA?

(di Alessandro ungaro) – L’addestramento delle Forze Armate rimane uno dei pilastri fondamentali
per uno strumento militare in grado di assolvere i propri compiti
istituzionali. 

Attualmente in Italia sono chiamate ad affrontare la progressiva
riduzione dell’impegno all’estero, una costante contrazione degli impegni
finanziari, nonché adattarsi e sfruttare adeguatamente ciò che il progresso
tecnologico offre in termini di innovazione, prodotti e supporto. 
L’attività addestrativa è fondamentale per diverse ragioni. È in gioco la
capacità dell’Italia di proiettare e sostenere rapidamente adeguate capacità
militari nell’eventualità si rendesse necessario, sia su base nazionale sia in
missioni internazionali sotto egida Onu, Nato e Ue. 
Da un adeguato addestramento dipende infatti l’efficacia e la credibilità
dello strumento militare, in termini di protezione degli interessi nazionali,
anche quando quest’ultimi potrebbero non coincidere del tutto con quelli dei
principali partner europei e/o transatlantici. 
Va da sé inoltre che un adeguato addestramento assicura la protezione
dello spazio euro-atlantico, come forma di deterrenza per scoraggiare atti
potenzialmente ostili. Ciò rende necessaria un’attività addestrativa costante,
capace di coprire l’intero spettro delle possibili operazioni militari,
comprese quelle ad alta intensità, ossia contro un avversario con capacità
convenzionali equipaggiate e addestrate. 
L’addestramento risulta determinante anche considerando il progresso
tecnologico, il quale esige una formazione del personale militare e tecnico più
articolata e costantemente aggiornata. Infine, la sperimentazione di nuovi
sistemi d’arma, specie se tecnologicamente avanzati, rimane un’attività
estremamente sensibile e strettamente legata alla sicurezza nazionale, con
importanti implicazioni anche sul piano industriale.
Cenerentola della difesa italiana
Alla sua crescente rilevanza, tuttavia, non coincide un adeguato sostegno
finanziario. L’addestramento figura come la “cenerentola” della difesa
italiana
, soprattutto – ma non solo – in termini di risorse assegnate.

Basti pensare che dal 2002 al 2013 le spese per l’esercizio sono passate
da 3.590 milioni di euro a 1.335 milioni, con un impressionante taglio del 63%.
Anche in termini percentuali, il peso di tale voce sulla Funzione Difesa
ricalca in larga misura i dati assoluti. Mentre nel 2002 le spese dedicate
assorbivano poco più del 25% (26,3), undici anni dopo non raggiungono il 10%
(9,2%).

A questi dati va ad aggiungersi la progressiva riduzione del
finanziamento alle missioni internazionali, utilizzato per coprire parte dei
costi di esercizio riferiti all’addestramento del personale militare e alla
manutenzione degli equipaggiamenti. Da 1,55 miliardi di euro del 2011 si è
passati a 1,4 miliardi nel 2012, per poi diminuire ulteriormente nel 2013
toccando 1,25 miliardi. Per l’anno in corso il fondo missioni ha visto un
taglio di 250 milioni di euro assestandosi a circa 1 miliardo.
Un combinato disposto che solleva un problema vitale per le Forze Armate
italiane, ossia come mantenere le capacità operative faticosamente acquisite
negli anni, assicurando adeguati standard di efficacia, prontezza,
interoperabilità ed efficienza dello strumento militare. Sono questi i temi
affrontati in un recente studio IAI, che verrà presentato durante una conferenza a
Roma il prossimo 11 dicembre. 
La dimensione Nato e Ue
L’addestramento può annoverarsi fra le aree dove risulta più agevole
realizzare iniziative di cooperazione internazionale. L’impegno italiano ha un
duplice obiettivo: mantenere adeguati standard delle capacità operative sia in
termini tecnologici, dottrinari e procedurali; rimanere all’interno di un
sistema d’alleanze che fornisce alla politica estera, di difesa e industriale
italiana un capitale politico-diplomatico-commerciale da poter sfruttare nei
confronti dei principali partner europei e internazionali.

Le attività di training costituiscono pertanto uno strumento di “diplomazia
militare”. Guidare o partecipare in modo significativo a iniziative
internazionali nel campo dell’addestramento significa rafforzare i rapporti
bilaterali e la posizione dell’Italia e attesta la qualità degli
equipaggiamenti italiani realizzati dall’industria nazionale, sostenendo
indirettamente gli sforzi di esportazione verso Paesi alleati ed amici.

Credibilità Forze Armate
La condotta delle operazioni è divenuta via via sempre più complessa e
multiforme, tanto da richiedere una padronanza non solo del sistema d’arma in
sé, ma anche del funzionamento di un’articolata catena di comando e controllo,
di specifiche manovre e tattiche da realizzarsi in spazi estesi e tempi
prolungati, che includono tra l’altro l’integrazione tra diversi assetti
navali, terrestri e aerei. 

Ecco perché aree addestrative e poligoni sono uno strumento
indispensabile per l’addestramento delle Forze Armate, senza rinunciare però
alla ricerca di un migliore equilibrio tra le esigenze della difesa e il
rispetto dell’ambiente territoriale e delle comunità locali ove tali attività
si verificano.
Qui l’innovazione tecnologica potrebbe giocare un ruolo di primo piano.
Infatti, con la possibilità di organizzare esercitazioni a simulazione “live”,
“virtual” e/o “constructive” si potrebbero eliminare alcuni limiti imposti dal
munizionamento reale. 
Se le missioni internazionali rappresentano uno degli strumenti
principali della politica estera e di difesa italiana, parte di questo
risultato è da attribuirsi alla credibilità delle nostre Forze Armate
nell’operare all’estero. Credibilità che a sua volta è il frutto di una
costante, metodica ed efficace attività addestrativa, un vero e proprio
patrimonio da salvaguardare e proteggere.

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