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Figuranti al concorso per le forze armate: ‘no’ dai giudici all’arresto di 58 indagati. “Libro Mastro con i nomi e le cifre”

No all’arresto di 58 persone indagate nell’ambito di un’inchiesta della Procura di L’Aquila sui concorsi nelle forze armate superati grazie a ‘figuranti’ che si presentavano alla prova scritta al posto dei candidati. Lo ha deciso il tribunale del Riesame al quale il pubblico Ministero Gallo si era rivolto reiterando la richiesta di applicazione della misura cautelare – carcere per i capi e promotori e obbligo di dimora per i candidati – già rigettata dal gip Guendalina Buccella del tribunale del Capoluogo abruzzese.

Hanno retto dunque le argomentazioni dei difensori che si sono opposti all’istanza della Procura. Già il gip aveva evidenziato sia la distanza temporale dai fatti oggetto delle contestazioni (2019) sia l’insussistenza del pericolo di reiterazione del reato. Motivazioni che erano state impugnate dalla Procura.

I reati ipotizzati a carico degli indagati sono falso, truffa e sostituzione di persona. Secondo gli inquirenti, ci sarebbero state due organizzazioni, con base nel casertano e nel napoletano, dedite al ‘sistema’ dei concorsi che sarebbero stati superati con la sostituzione, al momento della prova, dei candidati con ‘concorsisti professionisti’. Molti sono del casertano tra il Capoluogo, Marcianise, Aversa, Capua, Santa Maria Capua Vetere, San Felice a Cancello e Maddaloni.

Nelle mani della Procura anche il presunto “libro mastro”, trovato a due fratelli di Aversa a capo di una delle organizzazioni, con i nomi dei candidati da sostituire e le cifre per il servizio reso: 10mila euro. 
La Procura aquilana ha inoltre effettuato perizie grafologiche con cui sono state analizzate le firme dei candidati con quelle dei ‘sostituti’. Consulenza che ha evidenziato alcune anomalie. Tra le altre fonti di prova anche intercettazioni – ambientali e telefoniche – e servizi di osservazione.

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