Sindacati Militari

FESI: per il SIC Carabinieri un premio che guarda in alto, ma dimentica chi è davvero sul campo ogni giorno

Nei giorni scorsi è stato firmato l’accordo definitivo sul Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali (FESI) 2024, accolto con entusiasmo da alcune sigle rappresentative. Ma non mancano le critiche. In particolare, il SIC (Sindacato Italiano Carabinieri) solleva numerose perplessità sulla distribuzione delle risorse e sull’impianto generale del provvedimento.

Nel mirino, la ripartizione delle indennità legate alla “Produttività Specifica”, che – secondo il SIC – sembrano privilegiare ruoli di comando e reparti d’élite, a scapito di quei militari che operano quotidianamente a stretto contatto con i cittadini, in condizioni spesso difficili e marginali.

Il comunicato del SIC Carabinieri: “Un sistema che ripete vecchi schemi”

Nel comunicato ufficiale, il SIC non usa mezzi termini:

“Abbiamo vista l’ennesima ripetizione di schemi che l’oramai estinta (?) RAPPRESENTANZA MILITARE ha proposto per anni. Prendendo spunto dall’Organizzazione Territoriale dell’Arma, ossia la maggioranza dei Carabinieri in servizio, si vogliono premiare coloro che quotidianamente sono impegnati nel garantire la sicurezza dei cittadini.

Personalmente riteniamo che ogni carabiniere, pur nella specificità del suo servizio che ovviamente cambia a seconda del Reparto in seno a cui lo svolge, ha come fine principale proprio la sicurezza del cittadino, il rispetto delle leggi e la salvaguardia delle Istituzioni… almeno così ricordiamo di aver giurato.”

Una visione chiara, quella del SIC, che difende il ruolo della base operativa dell’Arma. Ma proprio analizzando i beneficiari effettivi del FESI, il sindacato denuncia una distanza tra principio dichiarato e realtà concreta.

Il SIC denuncia: premi a chi comanda, poco o nulla a chi protegge sul territorio

Secondo il SIC, su 24 categorie di destinatari della cosiddetta “Produttività Specifica”, ben 13 fanno riferimento a Comandanti o figure gerarchiche, mentre solo 6 sono legate a condizioni operative realmente gravose, come:

  • Stazioni disagiate
  • Isole Minori
  • Stazioni sopra i 700 m s.l.m.
  • Referenti telematici
  • Militari addetti al pubblico nelle Stazioni di 1ª, 2ª e 3ª fascia

Il resto è destinato a reparti specialistici come GIS, Centrali Operative, Squadroni Eliportati Cacciatori, 7° e 13° Reggimento, RIS e RACIS. Secondo il SIC, ciò traduce nei fatti una visione del FESI che premia il vertice e lascia indietro la base.


Progettualità future: incentivi (di nuovo) diretti ai vertici

Nel comunicato, il SIC evidenzia inoltre che anche la parte dedicata alle “progettualità future”, gestita dal Comando Generale – Ufficio Trattamento Economico, andrà nella stessa direzione. Gli obiettivi premianti sono infatti legati a ruoli apicali:

  • Comandanti di Reparti Speciali e Sezioni Scorte
  • Nuclei Forestali, Parco e Tutela Biodiversità
  • Capi Sezione Segreteria, Personale, Operazioni, Logistica
  • Operatori specializzati in settori selezionati

Il SIC commenta così:

“Siamo perplessi da tali informazioni non riuscendo a scorgere il fine della sicurezza del cittadino ma bensì quello di garantire, come succedeva nell’antica Roma, ai clientes il vincolo con il patronus. I Carabinieri sono al servizio della Patria e dei cittadini ma sudditi di nessuno.”

Il ROS? Ancora una volta dimenticato

Tra i punti più critici segnalati dal SIC vi è la totale assenza, tra i beneficiari diretti, del Raggruppamento Operativo Speciale (ROS), reparto d’eccellenza impegnato nella lotta a mafie e terrorismo. Un’assenza che secondo il sindacato rappresenta un’anomalia grave, soprattutto alla luce dei trattamenti economici già riservati ad altri Reparti Speciali.

La posizione del SIC: il FESI va ripensato da zero

Il SIC Carabinieri chiede una riforma profonda del FESI, che torni a premiare davvero chi garantisce la sicurezza dei cittadini con spirito di servizio e sacrificio. Invece di alimentare diseguaglianze interne, il fondo dovrebbe valorizzare il contributo concreto di chi opera nelle comunità, nelle periferie, nei contesti a rischio.

“Le maggiorazioni indicate e fornite in sede di accordo sul FESI rischiano di alimentare differenze tra Reparti e nello stesso personale.

La maggior parte dei militari della territoriale, ossia quelli che garantiscono la sicurezza ai cittadini sulla base del loro ruolo di prossimità alle comunità, rimane esclusa dalle citate proposte di maggiorazione.”

Il SIC Carabinieri non si limita alla denuncia, ma chiede una riflessione collettiva: chi merita davvero di essere premiato per l’efficienza dei servizi istituzionali? Una domanda che oggi appare più che mai urgente.

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