Carabinieri

FESI Carabinieri: qualcosa si è rotto nel meccanismo perfetto

Il FESI 2024 è stato pagato ai carabinieri a giugno, ma la soddisfazione non è stata per tutti. A luglio dovrebbero arrivare i correttivi per chi non lo ha percepito o lo ha ricevuto solo in parte. Ma la sensazione, diffusa e trasversale, è che quest’anno qualcosa non abbia funzionato come doveva. Il tanto celebrato FESI dell’Arma, simbolo di efficienza e puntualità, ha lasciato più malumori che gratificazioni.


Il tetto delle 1680 ore: un limite che esclude

Il problema principale? Il famigerato tetto delle 1680 ore. Bastava fare due conti: con un parametro orario così alto, molti carabinieri potrebbero non essere rientrati nei conteggi utili al pagamento. E dire che alcune sigle sindacali avevano proposto di fissare la soglia a 1500 ore, soglia più realistica e inclusiva. Ma l’idea è stata ignorata.

Pare che durante una riunione con lo Stato Maggiore, fu sollevato il problema: molti sarebbero rimasti esclusi. La risposta? Che i calcoli riportati erano sbagliati. Eppure bastava davvero un foglio, una penna e un pizzico di buon senso per capire che così com’era strutturato il sistema, tanti sarebbero rimasti a mani vuote.


Conteggi a mano nel 2025: davvero è ancora così?

Intanto, per i reparti che non utilizzano il memoriale elettronico, sono arrivate le richieste di aggiornamento dati. Questo significa una sola cosa: il conteggio sarà manuale. Incredibile ma vero. Anche nei reparti interforze, dove si entra con il badge che spacca il secondo, sarà necessario ricostruire a mano l’attività oraria. Un passo indietro, una contraddizione aperta. E nei reparti all’estero, dove gli avvicendamenti sono continui, il lavoro raddoppia: per ogni carabiniere subentrato o partente bisognerà ricostruire tutto da capo.

Questa è davvero l’Arma 2.0 sbandierata come moderna, digitalizzata, snella? Una burocrazia fatta di file Excel e conteggi a vista, che si porta dietro il rischio concreto di errori, discrezionalità e, soprattutto, ingiustizie. Nel 2025 ci si affida ancora al pallottoliere delle ore e alla buona volontà di chi, invece di essere alleggerito dalla burocrazia, è soffocato da un sistema vecchio, lento e farraginoso.


Assenze per causa di servizio: un’ingiustizia silenziosa

Le assenze per causa di servizio, pare, non siano state conteggiate, e questo rappresenta un problema enorme. Parliamo di carabinieri che, a causa delle attività svolte in condizioni spesso usuranti o rischiose, sviluppano patologie che richiedono cure prolungate e impegnative nel corso dell’anno. Escludere queste giornate dai conteggi per il FESI non è solo un errore tecnico, è una profonda ingiustizia verso chi ha pagato sulla propria pelle il prezzo del dovere.


Il mistero dei reparti “spuntati” all’ultimo

Un aspetto non è sfuggito agli occhi più attenti: rispetto alla bozza circolata sul web e rilanciata anche dai social nei mesi scorsi, pare che nel decreto firmato compaiono reparti che prima non risultavano presenti. La Sala Operativa del Comando Generale, ad esempio, non figurava nelle versioni precedenti. Nulla da eccepire sul contenuto e sul merito del Reparto, ma resta il dubbio: è cambiato qualcosa in corsa o quelle bozze non erano poi così attendibili?


Un FESI che non convince nemmeno chi lo ha firmato?

A questo punto, è doveroso un appello al Comandante Generale Salvatore Luongo. Siamo certi che, pur firmatario del decreto, non fosse pienamente consapevole di tutte le dinamiche e delle esclusioni che sarebbero derivate da certe soglie e da certe rigidità. Quelle dinamiche, invece, erano ben note allo Stato Maggiore, che però ha scelto di non ascoltare.

Forse è il caso che, la prossima volta, se ne occupi direttamente il Comandante Generale. Perché, se è vero che ogni problematica sarà sanata — seppur con burocrazia e fatica — è altrettanto vero che questa volta qualcosa si è inceppato. E in modo evidente. Non si era mai parlato così tanto di FESI soprattutto dopo averlo incassato. E se un premio pensato per riconoscere l’impegno diventa invece fonte di frustrazione, forse il problema non è solo nei numeri, ma nel metodo.


FESI: da simbolo di efficienza a cartina di tornasole del malcontento

Il FESI era, da sempre, motivo di orgoglio per l’Arma: pagato in tempi rapidi, gestito in modo lineare, snello, quasi “automatico”. Oggi non più. Per la prima volta da quando è stato istituito, il FESI divide, anziché unire. E la “via del cambiamento” tracciata da Luongo — giusta, innovativa, ambiziosa — cozza con la realtà opaca e disordinata che il FESI 2024 ci ha consegnato.

È tempo di rimettere ordine. È tempo di ricostruire la fiducia. Perché il lavoro di ogni carabiniere merita trasparenza, equità e rispetto. Sempre.

Generale Luongo,
metta in agenda il prossimo FESI: stavolta niente deleghe, serve la sua firma e presenza in prima linea — perché qui non si può più lasciare nulla al caso.

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