Esercito

DUE MARESCIALLI ED UN AVIERE CONDANNATI PER GLI AMMANCHI DEL CELIO

Il gup del tribunale militare ha condannato con il giudizio abbreviato due marescialli dell’Esercito e un aviere per degli ammanchi milionari (complessivamente circa un milione e 700 mila euro) dall’ospedale militare del Celio, a Roma, dove i due sottufficiali si sono alternati come cassieri. In particolare, il primo maresciallo luogotenente Massimo Salvatore Cicchelli, di 54 anni, è stato condannato per peculato militare continuato e aggravato a dieci anni di reclusione, mentre il suo collega cinquantenne Arturo Nola a 3 anni, un mese e 10 giorni. Per un episodio minore il primo aviere Francesco Pascucci, di 39 anni, è stato condannato a un anno, 4 mesi e 20 giorni di reclusione.

Secondo quanto accertato dalle indagini dei carabinieri – coordinati dal procuratore militare di Roma Marco De Paolis e dal sostituto Antonella Masala – Cicchelli, attraverso molteplici e sempre diversi artifici contabili, si sarebbe impossessato di oltre un milione e 400 mila euro appartenenti al policlinico militare. Insieme al suo collega Nola, poi, di altri 245mila euro. Infine, insieme a Pascucci, anche lui in servizio al Celio come addetto informatico, avrebbe illecitamente intascato vari importi per complessivi 8.500 euro.

Una “condotta criminosa”, secondo gli inquirenti, che si è protratta nel tempo: almeno dal 2009 al 2015, ma ulteriori possibili ammanchi sono stati evidenziati da una recente consulenza tecnica e quindi la procura ha già avviato un seguito d’indagine. L’inchiesta, che è stata particolarmente complessa, è nata tre anni fa proprio in seguito a controlli svolti dallo stesso ospedale militare. Gli inquirenti sottolineano che c’è stata “piena collaborazione” da parte dell’Esercito e, in particolare, della Direzione del Celio. I marescialli Cicchelli e Nola sono stati sospesi cautelativamente dall’impiego dalla Amministrazione militare.

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