Carabinieri

Carabinieri, richiamo in servizio dall’Ausiliaria: il piano per affrontare la carenza organica nell’Arma

Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ha recentemente diramato il nuovo piano dei richiami in servizio dall’ausiliaria “senza assegni” per Ispettori e Sovrintendenti per l’anno 2026, in un contesto segnato da una significativa carenza organica soprattutto nel ruolo Ispettori.

Una manovra strategica per il personale in ausiliaria

Il documento, datato 10 aprile 2025 e firmato dal Capo di Stato Maggiore Taurelli Salimbeni, invita i Comandi dipendenti fino al livello di Corpo a valutare l’eventuale richiamo di militari appartenenti alle classi dal 1961 al 1965 (per coloro già richiamati in precedenza) e del 1966 (per chi accede per la prima volta all’istituto). L’iniziativa segue i criteri già adottati in passato e si inserisce nel quadro della “Direttiva per la pianificazione dei richiami in servizio degli ufficiali e del personale non direttivo delle Forze Armate”.

Tempistiche e modalità stringenti

I Comandi sono chiamati a comunicare al Comando Generale i nominativi dei proposti o non proposti inderogabilmente entro il 31 luglio, utilizzando esclusivamente il modello annesso alle disposizioni indicate. Viene specificato che successive manifestazioni di disponibilità non saranno prese in considerazione, salvo “sopravvenute ed ampiamente documentate esigenze“.

Requisiti rigorosi per il personale candidato

I requisiti per il richiamo includono l’idoneità al servizio militare incondizionato, una qualifica non inferiore a “eccellente” o giudizio equivalente nell’ultimo decennio, e l’assenza di condanne penali per reati non colposi. Inoltre, il personale non deve essere sottoposto a procedimenti disciplinari di stato o di corpo alla data del richiamo e non deve essere rimasto assente dal servizio per malattia per più di 45 giorni complessivi nell’ultimo biennio.

Un supporto contro la carenza di organico

Nella circolare, il Comando Generale invita a evitare “posizioni eccessivamente restrittive” considerando la significativa carenza organica e le potenziali ricadute negative derivanti da un mancato richiamo non solo sull’efficienza dei reparti operativi, ma anche su quelli con funzioni gestionali-amministrative a qualsiasi livello.

Meccanismi di mantenimento e perdita dei requisiti

Per le classi dal ’61 al ’65, i requisiti dovranno essere mantenuti fino al 31 dicembre 2025, mentre per la classe ’66 fino alla data del compimento del 60° anno di età. Il piano prevede anche specifiche procedure per chi, ad avvenuto richiamo, non mantenga anche solo uno dei requisiti previsti, con particolare attenzione alle assenze per malattia e ai procedimenti disciplinari.

Un’inversione di rotta necessaria

Significativo il cambio di rotta rispetto al passato, quando le maglie per accedere all’ausiliaria apparivano nettamente più strette. Il nuovo piano, con l’esplicita raccomandazione di “evitare posizioni eccessivamente restrittive”, segna un’inversione di tendenza che tradisce l’urgenza della situazione organica dell’Arma. La carenza di personale, evidentemente, ha costretto i vertici a rivedere posizioni precedentemente rigide, trasformando ciò che era un privilegio concesso con parsimonia in una necessità operativa da incentivare. Un’ammissione velata ma eloquente che le politiche di ricambio generazionale, senza adeguate strategie di reclutamento parallele, hanno lasciato scoperture che ora si tenta di tamponare richiamando chi aveva già concluso il proprio servizio attivo.

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