Travel Advisory 2025: l’Italia declassata, cresce l’allerta per i turisti USA. Ecco la nuova mappa della (geo)ipocrisia americana
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha pubblicato nel 2025 un aggiornamento sorprendente (o forse no) della sua mappa globale di Travel Advisory per i cittadini americani in Europa.
Il messaggio è chiaro: evitare Russia e Bielorussia, usare cautela in Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e Svezia, e rilassarsi tranquillamente nei Paesi Baltici, in Polonia, Slovacchia e Romania.
In sintesi: Roma è diventata più rischiosa di Bucarest. Berlino è meno sicura di Vilnius. Londra è superata da Bratislava.
Ma siamo davvero davanti a un’analisi imparziale del rischio? Oppure la bussola del pericolo è diventata un indicatore geopolitico mascherato da prudenza diplomatica?

L’Italia sotto osservazione, mentre l’Est Europa diventa “safe zone”: una narrativa comoda e strategica
Nel cuore della mappa, in un colore giallo intenso che grida “Increased Caution”, troviamo l’Italia, insieme ad altre potenze storiche dell’Europa occidentale.
Il Dipartimento di Stato raccomanda “maggiore cautela” per i turisti statunitensi in paesi che rappresentano da sempre il fulcro culturale, economico e strategico dell’UE.
Perché proprio ora?
Non sono aumentati attacchi terroristici, né si registrano rivoluzioni in atto. Tuttavia:
- L’Italia ha assunto posizioni meno allineate con la dottrina USA su Gaza, Ucraina, Cina;
- I movimenti sociali e sindacali stanno crescendo, minando l’immagine di stabilità “occidentale”;
- L’instabilità interna viene politicizzata, trasformando il dissenso democratico in pretesto per declassare la sicurezza.
Nel frattempo, i paesi dell’Est – storicamente etichettati come fragili o instabili – ricevono un inatteso bollino verde, ovvero “Normal Precautions”.
Che siano davvero più sicuri o solo più compiacenti con la linea geopolitica USA-NATO?
Francia, Germania e UK: sicurezza percepita o punizione diplomatica?
Anche Francia, Germania e Regno Unito ricevono lo stesso avviso di “cautela aumentata”.
Eppure si tratta di paesi con strutture di sicurezza interna altamente evolute, intelligenze sofisticate, e storici alleati di Washington.
Ma proprio in questi stati:
- Le manifestazioni pro-Palestina e anti-NATO sono sempre più visibili;
- Crescono forme di dissenso rispetto all’egemonia USA, soprattutto in campo energetico e militare;
- La gestione delle crisi migratorie e del welfare europeo viene strumentalizzata per alimentare la percezione di caos.
È il rischio reale a guidare questi avvisi? O una nuova forma di diplomazia punitiva, che usa la sicurezza come leva per scoraggiare il dissenso?
Russia, Bielorussia e Ucraina: il rosso acceso della guerra reale
Su un punto, la mappa non lascia spazio a dubbi: Russia e Bielorussia sono da evitare assolutamente. Il rosso scuro dell’“Avoid Travel” riflette un contesto di guerra attiva, repressione politica e rischio di arresti arbitrari per cittadini occidentali.
Anche alcune zone dell’Ucraina restano pericolose, ma non tutto il paese è classificato come “inaccessibile”, segno che la narrazione americana non vuole disincentivare del tutto il sostegno all’alleato ucraino, ma solo limitarne il turismo non necessario.
La nuova mappa del mondo secondo gli Stati Uniti: sicurezza o soft power?
Il Travel Advisory 2025 appare meno come una guida per turisti, e più come una cartina geopolitica della fedeltà occidentale.
Il vero criterio non sembra essere il rischio criminalità o terrorismo, ma il grado di allineamento con la politica estera americana.
Viaggiare sicuri nel 2025? Sì, ma solo se si è disposti ad accettare una lettura del mondo dove la sicurezza non è più un dato oggettivo, ma uno strumento di influenza.
Italia, Francia e Germania non sono meno sicure: sono solo meno silenziose, meno obbedienti.
E questo, oggi, pare essere un rischio più grave della criminalità organizzata o degli attentati.
Quale sarà la prossima “zona rossa”?
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