Cronaca

Albanese in fuga dalla polizia si schianta contro un palo e muore. Nell’auto una borsa piena di cocaina

Un inseguimento da film. Un’auto ribaltata in una strada sterrata. Un cadavere incastrato tra le lamiere. E nel baule, un carico di cocaina che vale più di un milione di euro. A morire nella notte tra sabato e domenica, in via Silvio Spaventa a Nettuno, è stato un corriere albanese di 38 anni. Non si è fermato all’alt della polizia. Ora sappiamo perché.


Quel “no” all’alt e la fuga cieca: ecco come è cominciato tutto

Sono le 20:30 di sabato sera, un orario in cui il quartiere Tre Cancelli è più abituato a sentire lo sferragliare dei motorini che il rombo delle volanti. Ma questa volta qualcosa va storto. Due auto non si fermano a un posto di blocco della polizia. Scatta l’inseguimento. Da una parte un giovane italiano, 28 anni, a bordo di una Smart. Dall’altra, una Fiat 500 con dentro un uomo solo, con lo sguardo fisso sull’orizzonte e il piede sull’acceleratore.

L’italiano viene bloccato quasi subito. L’altro, invece, imbocca via Silvio Spaventa, un budello sterrato alla periferia di Nettuno. Lì, sull’asfalto sconnesso e coperto di buche, finisce la sua corsa. E la sua vita.


L’auto distrutta, la droga e la verità che emerge dalle lamiere contorte

Lo schianto è devastante. La Fiat 500, lanciata a folle velocità, colpisce un palo della luce, si ribalta più volte e si accartoccia contro una recinzione. I primi a soccorrere il conducente sono proprio gli agenti che lo stavano inseguendo, costretti a rallentare per la nube di polvere alzata dalla fuga.

Dentro l’auto, un borsone. Dentro il borsone, 23 panetti di cocaina: 25 chili netti. Un milione di euro di morte pronta per le piazze del litorale romano.

Il corriere, identificato come A.M., cittadino albanese di 38 anni e incensurato, è morto sul colpo. Il suo corpo è stato trasferito all’Istituto di medicina legale di Tor Vergata, dove nelle prossime ore verrà eseguita l’autopsia.


Staffette, borsoni e cellulari: un carico che scotta e un’indagine appena cominciata

Accanto al corriere albanese, c’era un italiano di 28 anni, forse una “staffetta”, forse qualcosa di più. È stato arrestato con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio e resistenza a pubblico ufficiale. Le sue dichiarazioni ora sono attese con ansia dagli inquirenti della Procura di Velletri, che vogliono capire da dove veniva quel carico, a chi era destinato, e soprattutto: chi c’è dietro.

Il telefonino del 38enne sarà analizzato per tracciare ogni contatto, ogni spostamento. Intanto gli investigatori cercano nei frame delle telecamere lungo la Nettunense eventuali complici, scambi, passaggi. Una droga troppo “pulita”, un carico troppo grande, un morto troppo silenzioso per non sospettare una rete organizzata.


Un milione di euro sul sedile posteriore: chi ha mandato A.M. a morire?

La morte di A.M. è il primo anello di una catena che potrebbe portare in alto, molto più in alto. Perché non si rischia la vita così per un favore a un amico. Non si corre a 120 all’ora in una sterrata per caso. Non si portano 25 chili di cocaina in auto da soli senza sapere per chi.

Chi lo ha spedito in quella notte di sabato con un borsone carico di polvere bianca? Chi doveva aspettarlo dall’altra parte della città? E cosa racconta davvero quel giovane romano fermato, ora in carcere e in attesa di interrogatorio?

Nettuno si sveglia con un morto sull’asfalto e una domanda che brucia: quanta droga passa davanti ai nostri occhi, ogni giorno, senza che nessuno lo veda?

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