Polizia

“Sono stato picchiato da quattro poliziotti”, ma non è vero: condannato a tre anni per calunnia

(di Sara Sergi) – Ha detto di essere stato malmenato da quattro agenti di polizia, ma non era vero. Per questo, Mohammed Abibou, 29 anni e residente ad Aosta, è stato condannato per calunnia a tre anni e a un risarcimento di 10 mila euro a testa nei confronti dei poliziotti,costituitisi parte civile.
Una «volante» della polizia era intervenuta la notte fra l’8 e il 9 novembre dopo essere stata chiamata dal titolare di un locale in corso Battaglione, ad Aosta, perché un’auto bloccava il passo carraio. Abibou era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, porto di oggetti atti a offendere e danneggiamento.

Durante l’udienza di convalida nelle ore immediatamente successive all’arresto, aveva detto di essere stato picchiato dai poliziotti, cosa ribadita ai medici del pronto soccorso che lo avevano visitato dopo che dal tribunale era stato chiamato il 118. La sera dell’arresto «il soggetto si è dimostrato subito ostile – ha detto uno degli agenti sentito in aula come testimone -. Prima di tutto ha cercato di allontanarsi, poi non aveva i documenti. Un atteggiamento che già per noi era incomprensibile. Dopo, ci ha minacciati con una chiave universale che aveva in tasca. A me ha dato un colpo, non so se lo ha fatto apposta».

Abibou è stato immobilizzato: «Mentre finivamo i controlli lui era in macchina. Si è sdraiato sui sedili posteriori e ha iniziato a dare calci e pugni alla portiera dell’auto».Arrivato in questura si è «prima addormentato, ma al suo risveglio ha iniziato a prendere a calci la saletta e poi ci ha minacciati dicendo «vi ammazzo tutti con AK 47». Il pubblico ministero Francesco Pizzato aveva chiesto una pena di due anni e sei mesi. Nella requisitoria ha detto: «Dai video davanti al locale e da quelli della questura emerge che mai gli agenti hanno dato calci e pugni, anzi, è Abibou che ha preso ha calci, pugni e testate la volante e le strutture.

Inoltre, è emerso che la settimana prima era già andato in pronto soccorso lamentando dolore al tallone sinistro, e casualmente era stato visitato dallo stesso medico. Dalla documentazione medica emerge che una ferita alla gamba sinistra se l’era provocato da solo con l’asportazione di una crosta».

L’avvocato di parte civile Stefano Moniotto ha detto: «Chiediamo un risarcimento che se sarà “virtuale”, ma anche se non darà mai un euro è necessario per un gesto così spregevole»

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