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“Se l’Italia subisse un attacco come Israele, sarebbe in grado di difendersi?”. Il video dell’audizione di Crosetto alle Commissioni Esteri e Difesa

7.500 militari impegnati in 39 missioni internazionali e 1,48 miliardi di euro stanziati per il 2025. Il Ministro della Difesa delinea la strategia italiana in un mondo con 56 conflitti attivi: “L’ordine di sicurezza europea, una pace fredda ma durata 70 anni, è ormai scosso, minato alle fondamenta”.

Italia Intensifica l’Impegno nelle Missioni Internazionali: Il Ministro Crosetto alla Camera

Il Ministro della Difesa Guido Crosetto è intervenuto oggi alla Camera dei Deputati per illustrare la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali previste per il 2025. Durante l’audizione congiunta alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, Crosetto ha delineato un quadro geopolitico complesso e ha dettagliato l’impegno italiano all’estero.

Un quadro geopolitico sempre più instabile

“All’inizio si trattava perlopiù di missioni in ambito multilaterale bilaterale a partire dalle due missioni in Libano 82-84, poi nel Golfo Persico, come in Albania, in Iraq, in Afghanistan, in Kosovo, come in Somalia, sotto egida ONU, NATO, UE”, ha spiegato Crosetto, evidenziando come nel tempo si siano rafforzate “con sempre maggior forza e utilità le nostre capacità operative militari”.

Il Ministro ha sottolineato la gravità della situazione mondiale: “Secondo l’indice di pace globale 2024 ci sono 56 conflitti nel mondo, il più alto numero dalla seconda guerra mondiale”. Ha poi aggiunto: “Un recente report della Croce Rossa ci informa che il loro livello attuale è di 120 conflitti con 92 paesi coinvolti, inclusi gli scontri considerati interni o minori”.

“Per farvi un esempio, nel 2019 i conflitti in Ucraina e Gaza erano classificati come minori”, ha ricordato il Ministro, mostrando come situazioni apparentemente contenute possano rapidamente evolvere in crisi maggiori.

Il contesto normativo

Crosetto ha inquadrato l’audizione nell’ambito delle attività previste dalla legge 145/2016, ricordando che “la delibera missione di quest’anno è stata istituita tenendo conto delle modifiche introdotte dalla legge 168 del 31 ottobre 2024”. Questa legge ha apportato “significative modifiche alla 145 che, dopo 9 anni della sua introduzione, manifestava dei limiti”.

Tra le principali novità, il Ministro ha citato “l’introduzione di una maggiore attività e velocità di risposta dell’impiego delle risorse del personale nelle missioni che insistono nella stessa area geografica” e la possibilità di “individuare preventivamente le forze ad alta e altissima prontezza da attivare in caso di necessità o situazioni di emergenza”.

Difesa vs Riarmo: la posizione del governo

“In questi giorni si sente spesso parlare di riarmo, noi continuiamo a sostenere che l’interesse dell’Italia non è quello di perseguire riarmo ma il nostro interesse è costruire la difesa”, ha chiarito Crosetto, distinguendo nettamente i due concetti.

Il Ministro ha posto una domanda cruciale: “Se domani mattina l’Italia ricevesse – lo dico per semplificare – un attacco di 3 ore come quello ricevuto da Israele, sarebbe in grado di difendersi? Se la risposta è no, deve agire, perché il suo compito è impedire che quelle bombe, se accadesse, cadono sulle città, sugli ospedali e sull’Italia”.

Crosetto ha spiegato che “la pace è un equilibrio, è un equilibrio di forze”, avvertendo che “quando una delle due parti è armatissima, si arma sempre di più, se l’altra parte non mantiene l’equilibrio, se siamo in disequilibrio, anche la pace è molto più difficile da mantenere”.

Focus sull’Ucraina

Il Ministro ha dedicato ampio spazio alla situazione in Ucraina, evidenziando che “negli ultimi mesi gli attacchi russi hanno registrato un incremento di intensità e di portata, colpendo indiscriminatamente obiettivi militari e infrastrutture pubbliche civili, in particolare quelle energetiche”.

“A settembre 2024 le vittime civili sono aumentate, raggiungendo il numero mensile più alto dall’ultimo picco che era il luglio del 2022”, ha dichiarato, aggiungendo che “la Russia, come sta accadendo in quest’ultimo periodo, pare ancora intenzionata a guadagnare territori ed è capace di sferrare attacchi massicci, impiegando in una sola settimana oltre 1000 tra ordigni, bombe guidate, droni d’attacco e missili di vario tipo”.

Sulla situazione militare ha sottolineato che “la Russia riesce a sostenere questo sforzo attraverso un’economia di guerra, spendendo il 40% del proprio budget a tale fine, e produce, anche grazie al sostegno di Iran, Cina e Corea del Nord, molte più armi di quelle che produceva 3 anni fa”.

Le missioni internazionali per il 2025

La delibera presentata delinea “complessivamente 39 missioni in corso”, con un approccio che prevede “un numero più contenuto di schede missione, redatte in modo da accorpare l’operazione in base alle singole aree geografiche”.

Fronte Est

“Nel confermare l’impiego delle forze armate italiane a similitudine di quanto fatto a partire dall’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina, nel 2025 si intensificherà lo sforzo per sostenere la priorità data all’innalzamento dell’impegno NATO del quadrante orientale dell’Alleanza”, ha dichiarato Crosetto. L’Italia sarà “l’unico paese NATO a farlo senza soluzioni di continuità”, coinvolgendo “anche assetti di difesa aerea missilistica e sensori radar”.

Balcani

“Appare fondamentale continuare l’impiego dello strumento militare nazionale nelle missioni in NATO e Unione Europea che operano nei Balcani”, ha affermato il Ministro, ricordando che “l’Italia guida da ottobre la missione KFOR in Kosovo mentre in Bosnia, oltre a fornire il vicecomandante di EUFOR Altea, ha incrementato il numero di militari in previsione di assumere la guida dell’operazione nel 2026″.

Mediterraneo

“Nel Mediterraneo occorre poter navigare, volare, operare nella totale sicurezza e libertà”, ha dichiarato Crosetto, sottolineando che “la difesa italiana garantirà una continua e solida presenza militare e multidominio nella regione”.

Nord Africa e Sahel

“Viene confermato l’impegno dello strumento militare in missioni soprattutto su base bilaterale con finalità di capacity building, principalmente con partner come Libia e Tunisia”, ha affermato il Ministro, ricordando che queste attività “supporta i propositi governativi, consolidando importanti iniziative quali il Piano Mattei”.

Mar Rosso e Oceano Indiano

“Lo sforzo militare nel Mar Rosso mira prevalentemente a garantire la libertà di navigazione, il rispetto del diritto internazionale e a contrastare i fenomeni di terrorismo e pirateria”, ha spiegato Crosetto, definendo l’impegno italiano “quanto mai doveroso” e con l’obiettivo di “fungere da stimolo ad altri paesi europei”.

Medio Oriente

“La difesa fornisce un contributo di rilievo alla missione EUBAM per il controllo del valico di Rafah”, ha ricordato il Ministro, sottolineando che questa operazione ha permesso “far transitare ben oltre 300 feriti e malati al giorno, garantendo loro aiuto e protezione”.

Crosetto ha anche menzionato “l’attività congiunta con la Giordania, un ponte per Gaza, configurata all’interno dell’operazione Levante, con lo scopo di garantire trasporti umanitari a sostegno della popolazione civile a mezzo di elicotteri del nostro esercito”.

Numeri e risorse

“La media di previsto impiego dei nostri militari in missioni risulta poco superiore a 7500, mentre il contingente massimo autorizzato è 12.000”, ha precisato il Ministro, aggiungendo che “tale impiego porta un onere complessivo pari a 1,48 miliardi” di euro.

Crosetto ha ammesso che questo importo “si discosta dal volume finanziario che avevamo stimato inizialmente per affrontare in maniera ottimale queste sfide”, ma ha assicurato che sono state adottate “alcune correzioni all’impianto complessivo”.

Un appello alla responsabilità condivisa

Concludendo il suo intervento, il Ministro ha sottolineato che “l’ordine di sicurezza e stabilità europea, una pace fredda ma durata 70 anni, è ormai scosso, minato alle fondamenta”, invitando a “evolvere velocemente e dotarsi degli strumenti necessari, assumersi le responsabilità della Difesa Nazionale in sinergia con altri Stati”.

Ha infine ringraziato “le donne e gli uomini della Difesa e in particolare tutti i nostri militari che lontano dal nostro paese, in silenzio anche in questo momento mentre noi siamo qua, rappresentano con dignità, orgoglio, professionalità i nostri interessi, i nostri valori”.

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