Esteri

Russia, oppositrice di Putin avvelenata: cosa sappiamo

L’esponente dell’opposizione politica russa Elvira Vikhareva, 32 anni, ha denunciato di essere stata avvelenata con bicromato di potassio. Il metallo pesante è altamente tossico e cancerogeno. Ecco cosa è successo.

Un’esponente dell’opposizione politica russa, Elvira Vikhareva, ha denunciato di essere stata avvelenata con i sali di potassio. È quanto hanno riferito organi di stampa indipendenti russi, come Sota.vision e Meduza.

Tracce di bicromato di potassio nel sangue

Secondo i quotidiani che hanno riportato il racconto dell’oppositrice, i primi sintomi sono comparsi nel dicembre scorso: si trattava di dolori allo stomaco, tachicardia, intorpidimenti, seguiti da convulsioni e perdita di conoscenza. Gli esami del sangue hanno rilevato la presenza di bicromato di potassio, un metallo pesante altamente tossico e cancerogeno.

Come fa notare la testata giornalistica, la giovane politica è sparita negli ultimi mesi e ha smesso di mostrarsi online, non solo dai collegamenti video con altri oppositori, ma anche dal popolare video-blog con oltre 52.800 iscritti di cui è autrice. Questo potrebbe significare che i segni dell’avvelenamento sarebbero visibili anche sul volto.

Chi è Elvira Vikhareva

Nata a Irkutsk, nella Siberia orientale, Vikhareva ha 32 anni, è laureata in giornalismo e per un breve periodo ha anche lavorato in televisione. Poi ha deciso di combinare la formazione nel campo della comunicazione con la carriera politica d’opposizione, inizialmente con il partito liberale Jabloko.

Successivamente ha preso parte alla fondazione del “Partito del cambiamento”, diventato di recente “Iniziativa civile”. Nel 2011 si era battuta contro le frodi elettorali e nel 2019 si è unita alle proteste contro le decine di candidati esclusi dalle elezioni. Nel 2021, Vikhareva era candidata alla Duma di Mosca ma non ha ottenuto il seggio. Un tentativo di candidarsi alle elezioni municipali di Mosca dell’anno scorso è nuovamente fallito per vizi di forma nelle firme che accompagnavano la candidatura.

Il caso Navalny

Intanto prosegue il calvario anche per Alexey Navalny. L’oppositore russo, secondo quanto si legge suo profilo Twitter, è stato mandato per la dodicesima volta in otto mesi di detenzione in una “cella di isolamento”. Questa volta, la sua colpa è stata quella di “presentarsi in modo inappropriato”. L’uomo sta scontando una condanna a nove anni di carcere.

“Il mio lussuoso ed elitario soggiorno di quasi due mesi nella cella “buona” (caffé e due libri) è stato interrotto e sono stato nuovamente mandato in fondo al corridoio nella cella “cattiva” (acqua calda e un libro)”, ha scritto Navalny, citato dalla testata russa indipendente Meduza. La punizione dovrebbe durare 15 giorni.

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