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RENZI A BRESCIA: SCONTRI FORZE DI POLIZIA E CENTRI SOCIALI. FERITI UN POLIZIOTTO ED UN CARABINIERE

Fischi,
contestazioni e slogan hanno accolto il presidente del consiglio, Matteo Renzi,
a Brescia. In un paio di occasioni, si sono verificati anche scontri quando i
centri sociali hanno cercato di aggirare il cordone di sicurezza: gli agenti
hanno respinto l’avanzata con una carica e con l’utilizzo di fumogeni.

Dal
corteo, caricato un paio di volte dalle forze dell’ordine, sono partiti lanci
di fumogeni, uova e anche qualche pietra. Dai manifestanti – circa duecento
secondo una prima stima – si sono levati ripetuti slogan contro Matteo Renzi e,
in generale, contro le politiche del lavoro. Un poliziotto e un carabiniere, al
quale i manifestanti hanno cercato di strappare lo scudo difensivo, sono
rimasti feriti nei tafferugli e sono stati medicati sul posto.
Fuori
dai cancelli della Palazzoli srl, dove il premier incontra gli industriali
bresciani, c’erano da una parte centri sociali, insieme a Cobas e movimenti
studenteschi. Dall’altra, i lavoratori della Fiom. I primi hanno aspettato
l’arrivo del premier all’esterno della fermata della metropolitana Casazza, a
pochi chilometri dai cancelli dell’azienda dove si svolge l’assemblea dell’AIB.
Fallito il tentativo di sfondamento del cordone di sicurezza a protezione della
Palazzoli, una parte del corteo dei centri sociali ha lasciato l’area limitrofa
della fabbrica e si è spostata in centro, bloccando il traffico. I giovani
urlano slogan contro il premier e le politiche economiche dell’esecutivo e
sventolano striscioni con scritto “Assediamo Renzi e le sue politiche”.
In un primo momento, i centri sociali avevano tentato di aggregarsi al corteo
della Fiom, che ha però rifiutato.
I
lavoratori di Fiom e Cgil – sono circa 400 – si sono dati appuntamento alle
porte della città, a circa un chilometro dal luogo in cui si tiene l’assemblea
degli industriali. “Ci sono i delegati di tutte le nostre categorie e i
lavoratori Fiom di cinque o sei imprese dell’area che oggi scioperano tra cui
quelli della Ori Martin”, ha spiegato Domenico Galletti, segretario della
Cgil di Brescia. Il sindacato ha fatto alzare in volo un drone a cui erano
legati quattro striscioni sull’articolo 18, i diritti dei lavoratori e l’uso
improprio dei manganelli la scorsa settimana a Roma”. Molti gli slogan,
come: “Renzi non hai mai lavorato giù le mani dal sindacato”.
Per
l’ex leader della Fiom, Giorgio Cremaschi, tra i partecipanti al presidio
sindacale, il presidente del consiglio “non è un interlocutore, è un
avversario”. E ha aggiunto: “Bisogna lottare per fare cadere questo
governo, è pericoloso e sbaglia chi, anche all’interno del sindacato, pensa di
potergli far cambiare idea. Bisogna mettere in discussione la sua autorità e
autorevolezza. Per me Renzi non è un interlocutore, se voleva occuparsi di
lavoro poteva andare a Terni dalla Ast e non qui agli industriali”.
Riferendosi agli attimi di tensione vissuti, intorno alle 10, tra manifestanti
e forze dell’ordine, Cremaschi ha minimizzato.

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