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QUANDO IL MINISTRO DELLA DIFESA E’ A-MILITARE

 

(di Felix Tabarly) – A Natale ci siamo sentiti tutti più buoni dopo che il Ministro della Difesa, Mario Mauro, ha spiegato che “le forze armate italiane sono la più grande agenzia umanitaria del nostro Paese (Gianandrea Gaiani)”. Con l’operazione Mare Nostrum la Marina ha soccorso e portato in Italia 5 mila clandestini, abbiamo inviato aiuti alle Filippine colpite da un tifone e in Libano abbiamo costruito 94 scuole per non parlare delle tante opere pie realizzate in Afghanistan.

Ormai il “militare umanitario” fa parte dell’immaginario collettivo di tutti noi e nessuno si scandalizza nel vedere militari rimuovere tonnellate di rifiuti, pattugliare le città per scongiurare scippi o presidiare discariche abusive anche se per questi compiti il contribuente paga ben altre istituzioni ed enti.
Siccome c’è la crisi e le nostre forze armate (pardon, le agenzie umanitarie!) non hanno neppure i soldi per “i fogli di viaggio” del personale in trasferta, il Parlamento ha pensato bene di approvare l’istituzione di “Corpi di pace” che non si sa bene cosa siano ma che con la modica spesa di 9 milioni di euro nei prossimi tre anni vedranno “l’istituzione di un contingente di corpi civili di pace, destinati alla formazione e alla sperimentazione della presenza di 500 giovani volontari da impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto o nelle aree di emergenza ambientale”.
“Volendoci mettere un po’ di malizia verrebbe il sospetto che l’istituzione dei Corpi di pace abbia l’obiettivo di stanziare un po’ di soldi pubblici a organizzazioni non governative note o meno note attive da tempo nel settore umanitario e che hanno assunto in molti casi un preciso ruolo politico.
Più o meno, anche in termini di costi, potrebbe rappresentare il contraltare della “mini-naja” istituita dal ministro Ignazio La Russa per alimentare le associazioni d’arma.
In ogni caso va rilevato che nonostante gli effetti devastanti della crisi sull’economia e sulla società italiana le nostre istituzioni non perdono occasione per buttare denaro in operazioni di lobby di dubbia o nulla efficacia.
Dei Corpi di pace non dovremmo avere bisogno disponendo già di quella formidabile “agenzia umanitaria” che sono le forze armate ma poi, sul piano operativo, i 500 membri di questi Corpi “sperimentali” chi li proteggerà per evitare che nelle aree di guerra diventino altrettanti ostaggi in mano a jihadisti o criminali pronti a ricattare l’Italia?
Se dovranno proteggerli i militari tanto vale lasciare fare il lavoro “di pace” a chi veste l’uniforme. Del resto i militari stessi ormai si sono convinti di non essere più combattenti ma dispensatori di pace e generi di prima necessità mentre i Capi di stato maggiore, invece di ricordare al politico di turno insediato al Ministero della Difesa quali sono i compiti “veri” delle forze armate, si adeguano all’andazzo buonista generale, forse con la speranza che l’assolvimento di compiti “speciali” consenta lo stanziamento di nuove risorse finanziarie.

 

Nessuno vuole fare il guerrafondaio, ma le Forze Armate dovrebbero essere ciò che sono ovvero servire ovvero proteggere gli individui e gli interessi di questo paese ovunque siano in pericolo. Se vogliamo solo utilizzarle come agenzie umanitarie non è costo efficacia addestrarle e rifornirle di mezzi all’altezza del compito da svolgere. O le FF.AA. fanno il loro mestiere o se non si vuole questo tanto vale eliminarle con oggettivi risparmi di bilancio.
Come non accetteremmo che i carabinieri divengano assistenti sociali, non è possibile condividere l’opinione che i militari abbiano priorità diverse da quelle d’istituto. Non è possibile delegare ai politici e ai militari di altri paesi l’utilizzo della forza. I nostri ministri devono imparare a prendersi le responsabilità politiche per l’impiego sul terreno dei nostri uomini e accettare i pericoli e le conseguenze del loro agire. E’ ora che questo Paese finisca di trattare i problemi della difesa con superficialità e trascuratezza.
E’ ora che ministri a-militari o anti-militari la smettano di farsi nominare in questo dicastero. E’ necessario che ci siano politici ministri in grado di prendere decisioni perché capaci e seri perché consci delle potenzialità dello strumento a loro disposizione. Se così non fosse le Forze Armate e la Marina in particolare rischierebbero di ricadere negli errori già visti in passato e che tanto ne hanno condizionato l’operare sul campo e la loro credibilità. L’Italia non può permettersi anche questo.

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