Editoriale

POLEMICHE TRA PROF E POLIZIA: “SIAMO SANTI SOLO QUANDO AIUTIAMO”

Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera.

“Gentile Direttore,

mi chiamo Elio e sono un pensionato della Polizia di Stato da circa due anni. Mi permetto di scrivere alla vostra pregiata redazione in merito all’exploit della professoressa che ha augurato la morte agli “sbirri” in occasione delle note manifestazioni. Vorrei rivolgermi proprio alla professoressa in questione.

Dopo 34 anni passati in Polizia ho avuto il privilegio di essere congedato e ora mi godo la pensione. Ho prestato servizio in tutta Italia, la stessa per cui lavora Lei e le assicuro che in questi anni non ho mai avuto a fianco squadristi, fanatici che uccidevano in servizio per menare le mani o sfasciare teste: a Lei parrà impossibile ma negli spostamenti a bordo dei mezzi di servizio si spaziava dai discorsi sportivi a quelli sui problemi quotidiani che coinvolgono tutte le famiglie di questo mondo. Ebbene sì cara prof, forse lei non ci crederà, ma a casa abbiamo famiglie con mogli/figli e magari genitori anziani da guardare.

Ma poi cosa fanno questi equipaggi? Spesso formati da gente non di primo pelo, ben oltre gli “anta”, interviene. Interviene dove è necessaria la sua presenza, che si tratti di una piazza in tumulto, di un incidente stradale o di una lite familiare. E questi “servi dello Stato” non si domandano mai quali saranno le ideologie o le tendenze politiche di chi ha bisogno, semplicemente svolgono il loro lavoro: santi quando ti aiutano, maledetti quando ti penalizzano a seconda dalla parte in cui ci si trova.

Detto questo non si preoccupi prof, noi abbiamo le spalle larghe e gli insulti e gli sputi ci scivolano addosso. Siamo abituati.

Concludo ribadendo il mio dispiacere nell’appurare che le sue parole Lei le ha ribadite anche a freddo, senza la birra che aveva in mano e nel corpo, arrivando ad affermare di essere pronta a brandire un fucile per usarlo contro i suoi nemici giurati. Non mi permetto di fare morali sul fatto che Lei sia un’insegnante, però mi pare che, quando molti anni fa frequentavo la scuola, vi fosse anche l’educazione civica: oggi mi accontenterei anche solo di un po’ di educazione.

La saluto, lasciandola in compagnia dei suoi demoni e le auguro di trovare più serenità di quella che vive ora, cosa che io ho trovato nei valori veri come la famiglia, valori inculcati da un’educazione proveniente dal mondo contadino da cui provengo.

Cordialità”

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