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Peschereccio italiano attaccato da marina libica a colpi di mitra, interviene nave militare italiana. L’Italia ha “regalato” alla Libia 5 motovedette

Momenti terribili per l’equipaggio di un peschereccio italiano in navigazione a sud della Sicilia. Nelle scorse ore il motopesca Orizzonte infatti è stato bersagliato da numerosi colpi di arma da fuoco sparati da una motovedetta libica che l’ha raggiunto e intercettato, esplodendo all’indirizzo e pescatori numerosi colpi di mitra. A darne notizia è il Presidente Armatori Sicilia, Fabio Micalizzi, informato dall’armatore della nave dopo all’allarme lanciato via radio dal peschereccio della marineria di Siracusa.

Secondo Micalizzi, l’Orizzonte era in navigazione in acque internazionali quando è stato avvicinato da una motovedetta della guardia costiera libica che avrebbe iniziato a sparare. I pescatori si sono dati a una fuga repentina cercando di mettersi in salvo ma l’imbarcazione sarebbe stata pesantemente danneggiata, costretta a fermarsi e abbordata, e ora ha bisogno di assistenza per rientrare in porto. “L’equipaggio e il comandante del peschereccio sono stati miracolosamente in grado di mettersi in salvo, ma l’imbarcazione è ingovernabile” ha raccontato infatti lo stesso Micalizzi.

Il peschereccio sarebbe ingovernabile per la rottura del timone, danneggiato dai colpi di mitra, mentre le comunicazioni sarebbero difficili perché i libici avrebbero anche sequestrato le schede dei telefonini dei marinai. Dopo l’allarme, sul posto è stata inviata una nave della marina militare italiana, che era di pattuglia nel Mediterraneo, per una prima assistenza. Dalla nave è partito un elicottero che ha individuato il peschereccio prima dell’arrivo dell’unità navale militare.

“In questo momento è fondamentale fornire un intervento tempestivo e adeguato per salvare il peschereccio e assicurare la sicurezza di tutti i membri dell’equipaggio” ha aggiunto il Presidente Armatori Sicilia, chiedendo “attenzione da parte delle autorità italiane e dello Stato dopo che il suo peschereccio è stato oggetto di un gravissimo attacco in acque internazionali”. Il presidente della Fas annuncia inoltre che “si riserva il diritto di denunciare le autorità libiche e i membri dell’equipaggio della motovedetta, che pare essere stata donata dall’Italia, per questo gravissimo attacco”.

“Questo atto di violenza senza precedenti ha scosso profondamente la comunità marittima siciliana e richiede una risposta decisa e immediata da parte delle istituzioni italiane e internazionali. Il sostegno e la solidarietà di tutta la comunità sono essenziali per aiutare l’equipaggio del peschereccio in questa situazione critica. La cooperazione tra tutte le parti coinvolte è fondamentale per garantire la sicurezza e la giustizia in questa delicata vicenda. La Federazione armatori siciliani si impegna a sostenere l’armatore e a fornire tutto il necessario per ottenere la giustizia e il recupero dell’imbarcazione danneggiata” ha proseguito Micalizzi, concludendo: “In nome della sicurezza e della giustizia chiediamo a tutte le istituzioni competenti di intervenire rapidamente e con determinazione per risolvere questa grave situazione e garantire la sicurezza dei nostri pescatori e delle nostre acque internazionali”.

Le motovedette alla Libia

L’Italia ha svolto un ruolo attivo nel tentativo di affrontare la complessa questione dell’immigrazione, cercando di cooperare con la Libia per migliorare i controlli alle frontiere marittime e ridurre il flusso di migranti. L’invio delle motovedette è stato parte di questa strategia, con la speranza di rafforzare la capacità di sorveglianza e di contrasto alle attività di traffico illegale.

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Tuttavia, l’incidente che coinvolge il peschereccio italiano pone seri interrogativi sulla sicurezza e sull’efficacia di tali misure. È fondamentale che vengano condotte indagini approfondite per determinare le circostanze dell’accaduto e stabilire eventuali responsabilità.

Inoltre, questo episodio mette in luce l’importanza di una gestione oculata e responsabile dei mezzi forniti, garantendo che siano impiegati nel rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani.

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