Guardia di Finanza

Oltre 2mila utenti scoperti a usare il “pezzotto”: parla il generale della Guardia di Finanza “in due minuti riusciamo a bloccare lo streaming”

Tra marzo e aprile 2025 oltre duemila utenti in 80 province italiane sono stati individuati mentre guardavano partite di calcio, film e serie TV illegalmente. A comunicarlo è stata la Guardia di Finanza durante una conferenza stampa in cui sono stati esposti i primi risultati delle nuove misure contro la pirateria audiovisiva in streaming. Si tratta di una stretta sulla “IPTV illegale” – comunemente chiamata pezzotto – resa possibile grazie a strumenti tecnologici avanzati e a una normativa severa, definita da molti come la legge anti-pezzotto.

Le tracce lasciate dal pezzotto: individuati oltre 2mila utenti

La Procura di Lecce, in collaborazione con la Guardia di Finanza, ha avviato una vasta operazione contro la pirateria audiovisiva. Gli oltre 2mila utenti sanzionati sono stati rintracciati attraverso due elementi principali: la carta di credito utilizzata per pagare l’abbonamento illecito e l’indirizzo IP collegato allo streaming.

A ciascuno di loro è stata notificata una sanzione amministrativa che varia da 154 a 5.000 euro e l’inserimento in una lista di utenti segnalati. La stretta rientra nel quadro della nuova normativa, che permette in soli due minuti di interrompere uno streaming illegale e bloccare i siti pirata, anche se ospitati all’estero.

Piracy Shield: il nuovo scudo contro i pirati del calcio

“Bloccare la partita mentre è in onda”: questo è il principio alla base del sistema Piracy Shield, presentato dal generale Gaetano Cutarelli, comandante del nucleo speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza. “Dalla legge del 2023 c’è stato un nuovo modo di ragionare, oscurare la partita non bastava perché non si riusciva a intervenire in tempo. Adesso in due minuti riusciamo a bloccare lo streaming in maniera automatica. Anche per i siti dall’estero, che non saranno più visualizzabili dagli utenti italiani che si collegano”.

Con la legge entrata in vigore nel 2023, si è passati da interventi reattivi a azioni immediate e preventive. Piracy Shield consente di identificare e bloccare automaticamente la trasmissione illegale di un evento sportivo entro due minuti dall’avvio. Inoltre, la nuova normativa permette anche l’oscuramento dei siti pirata esteri, rendendoli irraggiungibili per gli utenti italiani.

Come funziona la legge anti-pezzotto: dettagli e poteri dell’AGCOM

La cosiddetta “legge anti-pezzotto” ha dato poteri straordinari all’AGCOM, che può ordinare ai provider di disabilitare DNS e IP collegati alla pirateria. La norma si applica anche ai siti esteri e permette il blocco preventivo e cautelare in caso di eventi trasmessi in diretta, come le partite di calcio o prime visioni cinematografiche.

L’intervento deve avvenire entro 30 minuti dalla notifica, e riguarda motori di ricerca, provider di accesso e piattaforme digitali. In caso di inadempienza, sono previste pesanti sanzioni amministrative.

La legge prevede inoltre la creazione di partnership internazionali per ostacolare la pirateria anche a livello europeo, con la collaborazione della Commissione UE e l’inserimento di siti e indirizzi IP nella Counterfeit and Piracy Watch List.

Chi usa il pezzotto non è più invisibile

Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, è stato chiaro: “Chi usa il pezzotto lascia una traccia indelebile. La prima multa è come un cartellino giallo, alla seconda si prende il rosso e la sanzione può arrivare a 5mila euro”.

Secondo De Siervo, l’Italia dispone ora della normativa più avanzata in Europa per la tutela dei contenuti audiovisivi e per la difesa dell’industria culturale. L’obiettivo è disincentivare l’uso delle IPTV illegali e proteggere i diritti di chi investe in produzioni originali e diritti sportivi.

Come si rintraccia chi usa il pezzotto

Il pezzotto è un TV box, cioè un piccolo computer collegato alla TV, riprogrammato per ricevere contenuti piratati via Internet.

Chi li utilizza può essere rintracciato in due modi:

  1. Attraverso l’indirizzo IP, che identifica ogni dispositivo connesso alla rete. Anche se si usa una VPN per mascherare l’IP, non si è completamente anonimi.
  2. Attraverso il metodo di pagamento utilizzato per acquistare l’abbonamento pirata. Anche se l’IP è nascosto, il pagamento elettronico lascia tracce che permettono l’identificazione da parte delle autorità.

Campagne educative e sanzioni: la lotta passa anche dalle scuole

Il Ministero della Cultura, insieme alla Presidenza del Consiglio e all’AGCOM, ha avviato campagne informative per educare al rispetto del diritto d’autore. L’obiettivo è sensibilizzare soprattutto i giovani, attraverso progetti nelle scuole, sull’importanza della proprietà intellettuale.

Nel frattempo, le sanzioni amministrative sono state inasprite: chi riproduce o comunica al pubblico contenuti protetti senza autorizzazione, rischia multe fino a 5.000 euro, oltre all’eventuale responsabilità penale nei casi più gravi.

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