Carabinieri

Nessun furto di gioielli, assolta Capitano dei Carabinieri. Ora potrà essere reintegrata nell’Arma

Il capitano Rosa Sciarrone, ex comandante del Nucleo operativo e radiomobile di Massa, è stata assolta con formula piena da tutti i reati di cui era accusata, tra cui peculato, falso e calunnia. L’allora tenente, ora capitano, era finita sul banco degli imputati con l’accusa di peculato, falso e calunnia (sparirono circa 5mila euro, e gioielli che erano sotto sequestro penale e custoditi in caserma). Esattamente non hanno più trovato una ventina di gioielli e del denaro che erano stati sequestrati tra il 2012 e il 2016. E subito i sospetti si sono concentrati sulla capitana Rosa Sciarrone. Prima di tutto perché era stata lei l’ultima ad avere accesso diretto a quella cassaforte.

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Il PM aveva chiesto una condanna a 6 anni e 7 mesi, ma la difesa non aveva creduto a una conclusione basata esclusivamente su indizi. Durante il processo davanti al Giudice Ermanno De Mattia, le testimonianze hanno dimostrato che la porta dell’ufficio dell’ufficiale era sempre aperta, poiché si fidava dei suoi uomini. Inoltre, i suoi superiori non avevano mai preso alcuna misura disciplinare nei suoi confronti, non vi era traccia dei controlli del comandante provinciale sul registro delle prove e non c’era alcuna prova che lei avesse realizzato qualche plico. Pertanto, la sentenza è stata assoluzione con formula piena per Rosa Sciarrone.

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Lei ha reso noto alla Procura e al suo superiore che le gemme Pucci erano state perse il 29 ottobre 2015. Il difensore Gomiero afferma che la segnalazione del reato è stata effettuata sei mesi dopo, quando il capitano è stato trasferito a Verona, senza che fosse richiesta alcuna relazione da parte della sua assistita. Inoltre, sottolinea che non è mai stata data la possibilità di raccontare la sua storia riguardo la vicenda dei gioielli. Infine, nonostante le indagini, non sono state trovate prove che la sua cliente fosse coinvolta nell’accaduto, anche perché i reati erano stati commessi prima del suo trasferimento in licenza, malattia o ferie. Alla fine, la sua assistita è stata assolta.  Tre anni fa era stata sospesa dall’Arma, ora con questa vittoria in aula dovrà essere reintegrata nell’Arma.

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