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MOSCA SPOSTA ARTIGLIERIA PESANTE, OFFENSIVA DI TERRA IMMINENTE?MERCENARI O SPECNAZ?

(di Franco Iacch) – La Russia si starebbe preparando a supportare una
controffensiva terrestre contro posizioni nemiche. La conferma arriva
direttamente dal Pentagono.

Almeno quattro lanciarazzi multipli BM-30 e numerosi pezzi
di artiglieria pesante, giunti due settimane fa al porto di Latakia, sono
strati trasferiti in vista di potenziali attacchi terrestri. L’equipaggiamento
pesante è stato schierato tra Homs e Idlib e ad ovest di Idlib. Non è chiaro se
queste siano o meno le posizioni finali.
Mosca, secondo la Casa Bianca, starebbe potenziando le
posizioni in Siria occidentale in vista di quella che sembra una vera e propria
controffensiva di terra (che dovrebbe guidare l’Iran). Sappiamo che i russi non
hanno ancora una capacità di invasione in Siria, ma dispongono di numerose
piattaforme in grado di colpire con estrema precisione a distanza. L’obiettivo,
secondo gli USA, sarebbero alcune postazionianti-regime.
Sappiamo che dentro il contenitore verbale “anti-regime”,
Mosca annovera tutte le fazioni che si oppongono a Damasco, compresa anche
quella “opposizione moderata” finanziata da Washington. Ed anche questa volta,
il Pentagono è stato incapace di prevedere la strategia di Putin. L’artiglieria
pesante, infatti, era ritenuta componente difensiva fissa del porto di Latakia.
Poche settimane dopo, quelle stesse piattaforme, sono state spostate in prima
linea a supporto di una controffensiva che, ormai, è ritenuta imminente.
I russi, infine, avrebbero anche spostato dei mezzi
terrestri dotati di disturbatori elettronici. Fin troppo facile individuare il
bersaglio dei dispositivi di disturbo: i caccia della coalizione a guida USA.
Il presidente Barack Obama, intanto, ha autorizzato il
rifornimento dei curdi siriani e dell’opposizione arabo-siriana come parte di
una strategia per fare pressione sull’Isis dal nord e rafforzare la frontiera.
Obama ha confermato che continuerà a sostenere l’opposizione siriana.
Quell’incapacità di prevedere Putin

Vladimir Putin, nelle ore scorse, ha richiamato 150 mila
riservisti, ma secondo la versione ufficiale, il decreto presidenziale non
sarebbe collegato all’escalation del conflitto in Medio Oriente. Dal Cremlino
hanno rilevato che è una misura standard che il Presidente può adottare più
volte l’anno.
Al di là della versione ufficiale, la sensazione è che Putin
stia indirizzando le sue attenzioni verso la capitale dello Stato islamico in
Siria, la città di Raqqa. La roccaforte sarebbe difesa da almeno 5.000
jihadisti. L’importanza strategica di Raqqa è evidente: chi conquista la città,
controlla tutti i giacimenti di petrolio e gas intorno l’area di Palmira. Mosca
che dispone di una potente aviazione nella Regione, potrebbe guidare la
prossima offensiva di terra di concerto con Iran, Hezbollah e sciiti
provenienti dall’Iraq e dall’Afghanistan. Perché al di là delle frasi di rito,
in Siria prima o poi una presenza terrestre su larga scala sarà inevitabile per
conquistare posizioni. E’ solo questione di tempo prima che accada.
I russi, intanto, continuano a stringere alleanze nella
Regione. Tunisia ed Egitto, entrambi i paesi spingono per una soluzione
politica non screditando il regime di Assad, hanno iniziato a collaborare con i
russi per l’identificazione dei target da colpire. Ad oggi, Putin coordina una
coalizione formata da Iran, Siria, Libano, Iraq e Cina. Proprio gli iraniani
continuano ad ammassare truppe per un binomio ormai chiaro: la Russia dal
cielo, l’Iran sul terreno. La Cina si riserva ancora un ruolo logistico, in
attesa di poter schierare i primi bombardieri anche se una nave con personale
militare è in attesa, al largo delle coste siriane, di conoscere le decisioni
di Damasco. Tutte le forze di terra sono coordinate dal generale Qasem
Soleimani (vecchia conoscenza degli USA) comandante della Forza Quds, che
gestisce una rete di forze delegate in tutto il Medio Oriente, tra cui Siria,
Iraq, Yemen e Libano.
La Forza Quds o Brigata Gerusalemme, ala per le operazioni
speciali del Corpo delle Guardie rivoluzionarie dell’Iran, è ritenuta
responsabile della morte di centinaia di soldati americani in Iraq. Secondo il
Pentagono, la Forza Quds supporterebbe gruppi terroristici in Libano, Yemen e
Iraq. Entro le prossime ore, è atteso anche un contingente degli Hezbollah.
Hezbollah, alleato russo ed iraniano, ha combattuto al fianco delle forze del
presidente Bashar al-Assad dall’inizio della guerra civile siriana.
Mercenari o Specnaz?

Nelle ultime ore in Siria si segnala la presenza di unità
irregolari russe, le stesse che avrebbero combattuto in Ucraina (quindi già
pronte al combattimento). Sappiamo che Mosca ha schierato ufficialmente
specialisti militari e tre battaglioni a difesa delle cinque basi operative in
Siria.

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