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OGNI 4 ORE AGGREDITO UN AGENTE: I PRIMI BERSAGLI SONO I CARABINIERI

(di Vincenzo Imperitura) – Quasi 1.100 aggressioni alle
forze dell’ordine nei primi sei mesi del 2015: numeri impressionanti quelli
raccolti dall’Osservatorio «sbirri
pikkiati» dell’Asaps
, l’associazione amici della polizia stradale.

Numeri che raccontano di un tutore delle forze dell’ordine
aggredito ogni quattro ore su strade e autostrade del Belpaese con conseguenze
spesso gravi per gli uomini e le donne che ogni giorno scendono in strada. Una
situazione pesantissima quella denunciata dall’associazione ma che registra, in
questo primo semestre appena archiviato, una parziale diminuzione di circa il
4,6 per cento rispetto ai dati raccolti nel periodo gennaio–giugno 2014. «Varie
le ipotesi – si chiede il presidente dell’Asaps Giordano Biserni – vero calo o
si tratta solo di una diminuzione delle pattuglie dedite al controllo stradale
e del territorio, con quindi una minore esposizione?».
Una diminuzione sensibile comunque che non cancella però il
problema che ogni giorno vede gli agenti protagonisti, loro malgrado, delle
reprimende violente dei trasgressori al codice della strada (prima ancora che
del buon senso) che rappresentano spesso un pericolo per gli altri e per loro
stessi.
A guidare questa poco onorevole classifica ci sono i carabinieri che risultano i principali
bersagli
: dai dati raccolti infatti i casi di militari aggrediti durante un
normale controllo stradale sono stati 554, cioè oltre il 50% del totale.
Sconfortanti anche i numeri degli agenti
della stradale
che hanno subito la reazione dei presunti assi del volante:
nei primi sei mesi del 2015 sono 344 gli agenti colpiti che rappresentano oltre
il 30% delle aggressioni sui 1.100 casi registrati dall’associazione. Alto
anche il numero di aggressioni alla polizia locale: gli agenti della Municipale
aggrediti risultano 118. E se il numero di escandescenze è più o meno comune
tra nord, centro e sud (con una piccola supremazia da parte dei cittadini
settentrionali) a fare rumore è il fatto che a perdere le staffe con chi li ha
sorpresi in fallo sono guidatori sotto effetto di sostanze: quasi 400, tra
ubriachi e drogati.
Frequenti anche i casi di aggressori che non si sono
limitati a usare le mani nelle loro proteste. In quasi 250 casi infatti le forze dell’ordine sono state assalite con
crick, bastoni, coltelli e, in molti casi, con l’auto stessa che viene usata
come ariete per sfondare i posti di blocco.
«L’argine di contenimento delle
divise rispetto alla violenza che si manifesta ogni giorno sulle strade è
sempre più fragile – dice ancora Biserni – Allora ci ripetiamo. Tutto questo
avviene nell’indifferenza pressoché totale dell’opinione pubblica e della
stessa politica. Del dilagare della violenza contro le divise sulla strada
dovrebbero invece preoccuparsi per primi i cittadini ancor più degli agenti e
carabinieri perché dopo l’argine ci sono loro come destinatari e vittime di una
violenza sempre più tracotante e ormai di fatto impunita».

E che il 2015 non sia stato un anno buono per la sicurezza
delle nostre forze dell’ordine lo dimostra la recente rivolta durante un
normale controllo al Pigneto. In quell’occasione una pattuglia di carabinieri
venne assaltata da una quarantina di africani che tentavano di liberare due
pusher che erano appena stati arrestati. Solo l’arrivo di altre pattuglie
riuscì a porre termine alla battaglia che si concluse con sette arresti.

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