Difesa

Ministro Trenta sempre più isolata. Ora i militari vogliono certezze, non più promesse

Precipita la fiducia verso il Ministro Trenta, verso di lei, in questi giorni, si stanno alzando concrete voci di delusioni da parte dei suoi storici sostenitori.
Da più esponenti dell’associazionismo in armi giungono dichiarazioni di forte sconforto per non aver ancora realizzato un progetto sindacale. Lo stesso Di Maio, che solo pochi giorni fa incontrava alcuni esponenti della Commissione Difesa, lasciava completamente estranea il Ministro Trenta, non menzionando il suo ruolo e il suo impegno.

Nelle stesse ore, rappresentanti del COCER e di diverse associazioni militari, mandavano comunicati stampa di delusione e amarezza. Ecco quanto sottolinea il delegato del Co.Ce.R. carabinieri Antonio Tarallo:

Miseria e nobiltà. Come Matteo e Gigino ci prendono in giro volendo conquistare i consensi del mondo militare e di polizia. Decreto sicurezza, correttivi al riordino, sindacalizzazione, secondo corso di superiore qualificazione sono i temi trattati.

Posted by Antonio Tarallo on Saturday, July 13, 2019

Addirittura il SIM Carabinieri, in una nota, chiedeva un incontro politico con Salvini. Ecco il comunicato

“Mentre al Viminale si prendono iniziative a favore della Polizia; mentre loro, i poliziotti, possono esprimere il proprio pensiero tutelati dai sindacati da oltre trent’anni, al Ministero della Difesa si consuma l’ennesima farsa. Dov’era il nostro Ministro in questo lungo periodo? Dov’è la legge sulle vittime dell’uranio? A che punto siamo con i sindacati militari? Dove sono le richieste per utilizzo delle sale da parte dei sindacati? Dove sono le migliaia di ore che regaliamo ogni anno allo Stato?

BASTA! SIAMO STANCHI DEGLI SPOT!
Vogliamo ricordare che anche i Carabinieri rischiano la vita e spesso la perdono.
Vogliamo ricordare che anche i Carabinieri vigilano ogni giorno sulla sicurezza dei cittadini, con turni da sempre massacranti che, spesso, portano a lavorare 24 ore su 24 senza la giusta retribuzione, con le indennità accessorie ferme da oltre dodici anni e che gli stessi, 110 mila militari Carabinieri, fanno parte del dicastero Difesa e chiedono risposte concrete e rappresentanti politici che li tutelino.
Il SIM Carabinieri è determinato e ha una voce corale che chiede risposte veloci non più procrastinabili.
Chiederemo al titolare del Viminale un confronto costruttivo, umano e tecnico, faremo lo stesso con i rappresentanti di altre compagini politiche.
Ora anche noi ci aspettiamo una risposta chiara perché, Ministro Trenta, anche i Carabinieri “sono i suoi ragazzi e non vogliono essere lasciati soli”, altrimenti le illusioni populiste dei partiti diverranno infinite.”

A tirare un altro fendente è stato Domenico Leggiero che da sempre segue le vittime di uranio impoverito e cerca di tutelarle. In un suo post su Facebook si legge tutta la sua delusione nel non aver avuto ancora risposte certe e, addirittura, fa notare una forte incertezza decisionale della Trenta.

In onda pochi minuti fa, allora facciamo il punto: 1. il problema è importante, urgente e delicato (bene); 2. Individuate le linee ma non si sa se legge o decreto (chiara la non consapevolezza reale del primo punto); altro verbo usato “snellire” può essere inteso in vari modi. Unica cosa certa che uno dei punti fondamentali della forza politica che ha espresso il Ministro della difesa “risolvere il caso uranio impoverito” resta ancora devoluto alla Magistratura. Inutile negare che una proposta di legge già esisteva quando il Ministro Elisabetta Trenta si è insediata, una proposta di legge firmata nientemeno che dal suo capo politico; una relazione di una commissione parlamentare devastante che avrebbe dovuto innescare una serie di reazioni ancora lontane; ancora, un’ammissione fatta dal Ministro (il caso uranio esiste) che avrebbe dovuto precedere delle iniziative forti e decise come quelle di pensare all’immediata informazione dei nostri uomini e donne attualmente impegnati su scacchieri internazionali ma a cui ancora non è stato distribuito uno stralcio d’informazione nonostante la palesata consapevolezza del pericolo espressa proprio dal Ministro. Mi riserverò di valutare il provvedimento per capire cosa si vorrà fare (secondo me non arriverà niente neanche a settembre) intanto prendo atto che il caso uranio NON È UNA PRIORITÀ. Siamo alla vigilia di una condanna vergognosa del Ministero che non ottempera le sentenze della Magistratura ed anticipa un primo devastante commissariamento del Ministero. Oltre che la libera informazione ora si inizia a colpire anche chi, credendo nella buona fede del Ministro, ad essa si è rivolto ma ha raccolto solo delusione e dinieghi. Aspetteremo! A noi l’onore di continuare la battaglia, ad altri la vergogna della resa al sistema.

Posted by Domenico Leggiero on Tuesday, July 16, 2019

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