Militari, taglio del cuneo fiscale: il Sindacato Unico dei Militari alza la voce. “Serve un intervento urgente”
Mentre la manovra economica per il 2025 è già entrata in vigore e molti lavoratori dipendenti cominciano a beneficiare del taglio del cuneo fiscale, i militari restano al palo. A lanciare l’allarme è il Sindacato Unico dei Militari (S.U.M.), che in una nota ufficiale esprime forte preoccupazione per l’assenza dell’adeguamento nelle buste paga del personale in divisa.
“Chiediamo alle autorità competenti di intervenire urgentemente per garantire l’applicazione di questa misura anche ai militari”, afferma il S.U.M., sottolineando l’ingiustizia di un’esclusione che rischia di creare disparità all’interno del settore pubblico.
Una legge approvata, ma non ancora applicata
La Legge di Bilancio 2025 approvata dal Parlamento prevede una riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, militari inclusi, con redditi fino a 40.000 euro. Tuttavia, ad oggi, secondo quanto riferisce il Sindacato, nessuna voce aggiuntiva è comparsa negli stipendi del personale militare.
“Nonostante l’approvazione della legge, il taglio del cuneo non è stato ancora inserito nelle buste paga dei militari”, si legge nel comunicato, che richiama direttamente il Governo a sanare al più presto questa mancanza.
Cosa prevede il taglio del cuneo fiscale
La misura prevede due benefici distinti:
- Esenzione contributiva tra il 4,8% e il 7,1% per i redditi annui tra gli 8.500 e i 20.000 euro
- Detrazione fiscale extra per i redditi compresi tra 20.000 e 40.000 euro
In sostanza, una boccata d’ossigeno per migliaia di lavoratori, che tuttavia non si è ancora tradotta in realtà per chi indossa la divisa.
Parità di trattamento per tutti i dipendenti pubblici
Il S.U.M. insiste su un concetto semplice ma cruciale: “garantire ai militari gli stessi diritti e benefici previsti per gli altri lavoratori dipendenti”. Un principio di equità che, secondo il Sindacato, non può essere ignorato o rimandato.