Esercito

Militare accusato di violenza sessuale e sequestro di persona

Un militare dell’esercito è finito agli arresti domiciliari, a Casarsa, con l’accusa di violenza sessuale (un episodio tentato e uno consumato) e sequestro di persona. A denunciarlo ai carabinieri due donne, una di 44, l’altra di 60 anni, di professione badanti

Ecco la ricostruzione degli inquirenti.

Entrambe in cerca di un impiego, avevano pubblicato un’inserzione su subito.it, proponendosi per l’assistenza agli anziani o per le pulizie domestiche. Un certo “Mario” ha risposto agli annunci.

A fine novembre ha contattato la quarantaseienne, dodici giorni dopo la sessantenne. In entrambi i casi ha proposto loro un lavoro come badante di una sua anziana zia, che agli investigatori però risulta inesistente.

Con questo pretesto, ha accolto per un colloquio nella propria abitazione a Casarsa le due candidate al lavoro, la prima il 27 novembre, la seconda il 9 dicembre. Gli incontri hanno preso però una piega inaspettata.

La prima donna ha denunciato ai carabinieri che l’uomo, nell’elencarle le mansioni, ha sostenuto di soffrire di una forma di incontinenza, patologia, che a suo dire necessitava di una stimolazione giornaliera: con questa scusa si è abbassato i pantaloni.

Di fronte agli atti osceni lei è scappata via e ha subito segnalato l’episodio alla stazione dei carabinieri di Casarsa. La seconda donna, invece, non è riuscita a fuggire. Per questa ragione il pm Marco Faion, titolare dell’indagine, ha ipotizzato anche il sequestro di persona.

Agli inquirenti la sessantenne ha detto che l’uomo le ha chiesto se fosse disponibile a fargli dei massaggi, l’ha obbligata a sedersi sul divano bloccandole i polsi per impedirle di scappare, le ha fatto alzare la maglietta e ha compiuto atti osceni di fronte a lei. Da qui l’ipotesi di violenza sessuale.

Dopo aver raccolto la denuncia, è cominciato il lavoro d’indagine dei carabinieri della stazione di Casarsa, che sono partiti dall’indirizzo dell’abitazione dell’uomo, fornito da una delle vittime. Il cerchio si è stretto su un graduato di truppa dell’esercito: le donne lo hanno subito riconosciuto dalle fotografie.

In pochi giorni il pubblico ministero Marco Faion ha richiesto la misura cautelare, il gip Rodolfo Piccin ha firmato l’ordinanza, i carabinieri della stazione di Casarsa hanno eseguito la misura.

Redazione articolo il Messaggero Veneto

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