Guardia di Finanza

MARESCIALLO DELLA FINANZA INVECE DI ESEGUIRE NOTIFICHE AIUTA IL TITOLARE DI UNA DITTA A NON PAGARE IL FORNITORE

Un maresciallo capo della Guardia di Finanza è stato recentemente condannato dalla Corte dei Conti della regione Toscana al pagamento in favore del Ministero dell’Economia e delle Finanze della somma complessiva di € 5.100,00, di cui € 100,00 a titolo di risarcimento del danno patrimoniale e € 5.000,00 a titolo di risarcimento del danno all’immagine. Ecco i punti salienti della sentenza:

Il maresciallo della Guardia di Finanza (OMISSIS) avrebbe dovuto eseguire delle notifiche a una trentina di cinesi imputati in un processo penale, residenti nei Comuni di Cerreto Guidi e Fucecchio. Quel giorno, invece, il maresciallo si recò presso la ditta di un amico per aiutarlo nella controversia con un fornitore, in quanto voleva la merce ma non voleva pagarla integralmente.

Il giorno della consegna, il trasportatore trovò, oltre il titolare della ditta anche il Maresciallo della Finanza che, qualificandosi come tale, specificò che erano in atto dei controlli e che avrebbe dovuto sequestrare la merce ed il relativo assegno a copertura della stessa.

E’, quindi, certo – per la Corte dei Conti della Regione Toscana – che il Maresciallo durante l’orario di servizio, anziché svolgere le mansioni che gli erano state affidate, si è recato presso gli uffici della suddetta ditta non per esigenze di servizio, ma per motivi egoistici e personali.

L’art. 55 quinquies D.Lgs 165/2001, introdotto dall’art. 69, comma 1, Dlgs 150/2009, stabilisce che: “Fermo quanto previsto dal codice penale, il lavoratore dipendente di una pubblica amministrazione che attesta falsamente la propria presenza in servizio…ferme la responsabilità penale e disciplinare e le relative sanzioni, è obbligato a risarcire il danno patrimoniale, pari al compenso corrisposto a titolo di retribuzione nei periodi per i quali sia accertata la mancata prestazione, nonché il danno all’immagine subiti dall’amministrazione”.

La condotta del Maresciallo ha, quindi, innanzitutto causato all’Amministrazione un danno patrimoniale costituito dal compenso corrispostogli per la prestazione lavorativa che non è stata resa, con violazione del sinallagma contrattuale. Per tale voce di danno appare congrua la quantificazione di € 100,00 operata dalla Procura quale costo per una giornata di lavoro.

La condotta è aggravata dal fatto che il maresciallo, nell’orario di servizio, ha commesso un’attività illecita, utilizzando il suo potere e l’autorità che gode verso i cittadini la Guardia di Finanza, mostrando il tesserino e minacciando inesistenti sequestri e sanzioni, non per i fini pubblici per i quali il potere è concesso, ma per favorire il suo stretto sodale con il titolare della ditta. Per la gravità di tale comportamento si ritiene congruo come risarcimento all’immagine del Corpo della Guardia di Finanza l’importo di € 5.000,00, come da richiesta della Procura.

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