Editoriale

IL SINDACATO DEI MILITARI SMORZA L’ENTUSIASMO DEL MINISTRO, “NESSUNA SVOLTA DEMOCRATICA PER IL MOMENTO”

Il Sindacato dei Militari è convinto che si potrà parlare di svolta epocale per la tutela dei diritti dei militari solo quando sarà realizzato quell’intervento legislativo più volte solo annunciato dagli esponenti pentastellati del Governo e delle Commissioni Difesa di Camera e Senato. Intervento, questo, che potrebbe essere realizzato immediatamente con una norma ad hoc da inserire nel primo decreto in discussione e che preveda, per il personale militare, l’applicazione delle stesse regole in materia di sindacato stabilite per il personale delle forze di polizia a ordinamento civile dalla Legge 121/81.

Detto questo, comprendiamo l’entusiasmo mediatico per notizia diffusa ieri dalla Ministra della difesa circa la firma dell’atto di assenso alla costituzione – che ancora deve avvenire – di una associazione professionale di categoria a carattere sindacale ma quello che oggi leggiamo sulla maggior parte dei mezzi di informazione è sbagliato.

Invero, la Ministra della difesa, Elisabetta Trenta, ha semplicemente accordato il permesso ad una associazione per potersi costituire. Ciò ci fa un po sorridere se pensiamo all’articolo 39 della Costituzione che vuole i sindacati liberi.

Per questo motivo ci domandiamo quale sarà la reale efficacia dell’azione di tutela delle associazioni di categoria che nasceranno col solo permesso del datore di lavoro e che solo in virtu di tale atto di assenso potranno svolgere la loro funzione.

Atto di assenso che potrà legittimamente essere revocato in qualsiasi momento. Se poi a questo ci aggiungiamo che queste nascenti associazioni a cui la Ministra si appresta a dare il permesso sono, a differenza del Sindacato dei Militari, per lo più espressione e iniziativa degli attuali delegati dei Cocer allora è chiaro che che non vi è stata né vi sarà alcuna svolta democratica sul fronte della tutela dei diritti dei lavoratori con le stellette, con buona pace di ogni buon proposito e del principio di libertà e indipendenza sindacale sancito dall’articolo 39 della Costituzione.

Crediamo sia più che opportuna una riflessione da parte della Ministra della Difesa sul fatto se si voglia concretamente garantire ai militari una piena ed efficacie tutela sindacale oppure sia sufficiente mantenere una forma di rappresentanza eterodiretta dal vertice militare che di fatto nulla avrebbe di differente dagli attuali Cocer.

Lo dichiara Luca Marco Comellini, Segretario Generale del Sindacato dei Militari

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