Polizia

Il manichino del poliziotto bruciato a Capodanno, denunciati padre e figlio

Sono stati individuati e denunciati padre e figlio, di origine ecuadoriana, che la notte di Capodanno hanno realizzato e dato fuoco al manichino di un poliziotto. Nella mattinata di lunedì 2 gennaio un ecuadoriano di 37 anni, regolare e con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, stupefacenti e porto di oggetti atti ad offendere, si è presentato al commissariato Scalo Romana, in via Chopin, dove negli anni scorsi era stato seguito in relazione al suo status di affidato in prova ai servizi sociali, raccontando di essere l’autore del gesto poi rimbalzato con un filmato attraverso i social.

Il clamore mediatico che ne è conseguito lo ha spinto a fornire la sua versione ai poliziotti spiegando che da qualche giorno, come da tradizione nel suo Paese d’origine, si era dedicato alla costruzione del manichino. La figura istituzionale, a suo dire, intendeva simboleggiare i problemi avuti in passato con la giustizia e la sua distruzione avrebbe dovuto rappresentare l’intento di lasciarseli alle spalle come proposito per il nuovo anno.Poco dopo la mezzanotte di Capodanno, l’uomo ha piazzato il manichino in via San Dionigi dove il figlio, un ragazzo italiano di 17 anni anche lui con piccoli precedenti di polizia, gli ha dato fuoco dopo averlo cosparso di benzina per poi pubblicare, su un proprio account social, uno dei video realizzati per l’occasione. Padre e figlio saranno denunciati alla procura per vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate e per accensioni ed esplosioni pericolose.

Il sindacato Coisp: serve sanzione esemplare ed educativa

 Sul caso è intervenuto anche il Coisp, uno dei sindacati della polizia, con il suo segretario generale Domenico Pianese: «Nel manichino raffigurante un poliziotto dato alle fiamme a Milano, per di più con un video postato alla mercé dei social, c’è tutta l’inciviltà e la barbarie di chi non comprende il ruolo delle donne e degli uomini della Polizia di Stato e si assume la responsabilità, gravissima, di incitare alla violenza contro chi indossa la divisa. Ci auguriamo che ai responsabili di questo gesto sia comminata una sanzione esemplare, a monito educativo per il rispetto che si deve a chi, ogni giorno, mette a repentaglio la propria vita per la sicurezza di tutti».

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