Guardia di Finanza

IL COMANDANTE USCENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL DISCORSO SI TOGLIE I SASSOLINI: SALUTA RENZI E NON LO RINGRAZIA

(di Stefano Vespa) – Dopo mesi di trattative e di guerre politiche su chi dovesse comandare la Guardia di Finanza, la cerimonia del cambio al vertice delle Fiamme gialle tra l’uscente generale Saverio Capolupo e il generale Giorgio Toschi non ha deluso le attese sia per le cose dette che per quelle non dette. Non è un mistero che da anni quella poltrona era al centro di discussioni e desideri, tanto che l’allora presidente del Consiglio Enrico Letta prorogò di due anni Capolupo poco prima di lasciare Palazzo Chigi sorprendendo, a quanto è emerso successivamente, sia Matteo Renzi che il generale Michele Adinolfi, amico dell’attuale presidente del Consiglio e due anni fa candidato al vertice della Finanza.

Il pepe a una cerimonia semplice e veloce l’ha messo proprio Capolupo che lascia la divisa per limiti di età, ma che è stato appena nominato al Consiglio di Stato. Il generale ha nominato tutti, davvero tutti i vertici istituzionali con cui ha lavorato negli ultimi quattro anni: dai presidenti della Repubblica Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella ai presidenti del Consiglio Mario Monti ed Enrico Letta, dai ministri dell’Economia Vittorio Grilli, Fabrizio Saccomani ePier Carlo Padoan a quelli dell’Interno e della Difesa, Angelino Alfano e Roberta Pinotti. L’unico nome mancante è stato proprio quello di Matteo Renzi, liquidato con un «rispettoso saluto al presidente del Consiglio» con il quale ha però lavorato negli ultimi due anni. Saluto, non ringraziamento, e questi discorsi protocollari non sono mai casuali.

Capolupo si è tolto anche altri sassolini. Oltre alle varie iniziative per migliorare l’efficienza della Finanza, ha fatto riferimento alla riforma della Pubblica amministrazione. «Siamo ben consapevoli delle aspettative dei cittadini – ha detto il generale – e della necessità di evitare duplicazioni e sovrapposizioni. Non posso tacere però come tale esigenza sia stata talvolta strumentalizzata allo scopo di realizzare obiettivi estranei a criteri di efficientamento, per soddisfare aspettative di diversa natura». A rimarcare la difesa del Corpo, in un successivo passaggio Capolupo ha aggiunto che la Guardia di Finanza dovrà «salvaguardare il suo ruolo di Polizia economica e la sua militarità, anche a fronte di ipotesi di accorpamento o ridimensionamento che, ciclicamente e da varie parti, vengono avanzate».

Non è mancato un riferimento privato quando ha sottolineato di aver sempre privilegiato gli interessi istituzionali e mai quelli personali, «neanche quando sono stato oggetto di irresponsabili e interessate delegittimazioni che hanno imposto alla mia persona e alla mia famiglia un costo assai elevato». Forse il riferimento era a una notizia pubblicata dall’Espresso alla fine del 2014 sull’impiego della figlia del generale, medico chirurgo, presso il poliambulatorio delle Fiamme gialle.

Forte di un ricco curriculum il nuovo comandante, Giorgio Toschi, 61 anni, di Chieti, assume un incarico per il quale è stato fortemente voluto da Renzi (cui rivolge «un sentito ringraziamento») mentre il Quirinale e il ministero dell’Economia avrebbero voluto il generale Luciano Carta. Discorso rapido, un inevitabile «grazie» anche a Padoan e un riferimento ai «nemici» storici: il sommerso, l’elusione fiscale, le frodi finanziarie, il riciclaggio, la criminalità economica organizzata, da combattere «in sinergia con le agenzie fiscali».

Il ministro Padoan ha salutato Capolupo con notevole enfasi: equilibrio, serenità, saggezza, i successi nella lotta all’evasione fiscale, alle frodi, alla corruzione e alla contraffazione sono alcuni dei concetti espressi dal titolare dell’Economia, convinto che «la politica di bilancio per i prossimi anni, insieme all’attuazione delle riforme strutturali, creerà le condizioni per ricondurre l’economia italiana su un sentiero di crescita sostenuta e a favorire l’occupazione». Per il ministro la riduzione della pressione fiscale, tema centrale nel dibattito dei prossimi mesi, sarà favorita dalle maggiori entrate nella lotta all’evasione fiscale: nel 2015 sono stati recuperati 14,9 miliardi di euro, con un aumento del 4,9 per cento rispetto al 2014. «Lo scrupolo, la passione e la dedizione» dimostrati da Toschi in questi anni, secondo Padoan, potranno fargli fornire «risposte adeguate alle attese».

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