obbello

In un mondo dove è più facile essere belli che intelligenti, in un sistema dove tutto è immagine e nulla deve essere capace di offuscare e deturpare l’apparenza, assistiamo al proliferare di foto dove la professionalità di una divisa si misura dalle ore di palestra che si può permettere o dalle grazie che ha concesso madre natura.

Ed è da qualche giorno che girano le foto del più bel Carabiniere d’Italia, o almeno così lo acclama il popolo del web, in attesa che la benemerita arma istituzionalizzi anche questa figura, capace com’è da sempre di valorizzare in maniera assoluta la propria immagine.

E noi, comuni mortali in divisa senza infamia e senza lode, che certo non ci possiamo permettere certe performance estetiche, assistiamo alla pochezza di questi risvolti estivi in contrapposizione a quello cheormai è stato definito il “Carabignè con il mandato di arrosto“.

Non sono infatti, per fortuna, tutti belli gli uomini in uniforme ma vi sono oggettivamente quelli che forse, oltre ad essere semplicemente non esteticamente gradevoli aggravano la loro situazione con una incuria che certamente non può far parte del modo di essere di chi indossa una divisa.
Un appartenente alle FF.OO obeso, semplicemente, al netto delle malattie che possono colpire chiunque durante la carriera, non può e non deve essere messo in servizio d’ordine perché costituisce un pericolo per sé stesso e per gli altri.
Quando si è belli, forse, si può essere anche prestanti, capaci, “operativi”, è certamente più difficile essere il contrario e su questo, al di là dei facili “insulti” o battute, è necessario riflettere.

Perché, come detto, forse essere belli è più facile, ma altrettanto facile deve essere guardare in faccia un uomo in uniforme e dirgli “ti devi sistemare”, “devi avere più cura di te”, non puoi andare in servizio con così tanti kg in più, non può essere solo una questione di scarpe sporche o berretto calzato! Certo non è facile, colpisce la sensibilità dell’individuo ma la sua capacità operativo/difensiva non può essere messa in discussione dal sovrappeso patologico o alimentare.

E sta qui il coraggio delle istituzioni, a non considerarci tutti uguali, chiedendoci di tenerci in forma, laddove è possibile, o di tutelarci specie se quella mole è colpa di una qualche disfunzione giunta all’improvviso.

Fosse solo questione di sfotto’, poco male, ma quando si tratta di sicurezza degli operatori, di tutti i corpi, bisogna avere la determinazione di cambiare passo avendo il coraggio di non trattarci in maniera indiscriminata, io che vado almeno 3 volte la settimana a fare attività fisica non posso essere oggettivamente uguale a chi si porta dietro 30/40kg di inutile zavorra.

Bisogna pretendere dagli agenti una certa prestanza fisica altrimenti, come fanno già in alcune armi dell’esercito, congedo per malattia per tornare pienamente operativi, se di patologia si tratta invece, riformati ad altro incarico!

“Il bello” e la “bestia” non è solo una questione di girovita ma di reale operatività e sicurezza, nel rispetto dei cittadini e delle istituzioni che si rappresentano.

In Giacca Blu – Michele Rinelli