Carabinieri

I SUPER CARABINIERI DEI GIS SI RACCONTANO, TRA DIROTTAMENTI E IMBOSCATE

LIVORNO. Coordinazione, efficienza e precisione. Il Gruppo di Intervento Speciale (Gis), reparto d’élite dei Carabinieri circondato dalla più assoluta segretezza, all’opera tra esplosioni ed elicotteri in una straordinaria doppia simulazione organizzata poco fuori Livorno, sotto lo sguardo del comandante generale Tullio Del Sette. E’ quanto riporta Matteo Scardigli nel seguente articolo per il Tirreno Gelocal.

Ospite speciale il leggendario Comandante Alfa. La partenza è stata venerdì 18 novembre, alle 14,50 dal comando provinciale di viale Fabbricotti, la destinazione è l’area addestrativa Valluggione, disseminata di vecchie casematte smantellate, tra i boschi di Collesalvetti. A fare gli onori di casa, in nome del “buon vicinato” tra le forze armate, il generale della brigata Folgore Roberto Vannacci, mente a illustrare le operazioni è il colonnello Gianluca Feroce. La prima simulazione si svolge in un’ansa della striscia addestrativa Nibbio, il compito dei militari è quello di scortare un ipotetico vip in direzione di una folla (di sagome di cartone) tra la quale si nascondono dei potenziali “offender”. L’auto arriva, gli uomini scendono e si dirigono lungo il tappeto rosso, il resto avviene in un batter d’occhio: la minaccia viene individuata e neutralizzata con pochi colpi di pistola, il vip messo in sicurezza nell’auto, e il piccolo corteo schizza via a tutta velocità lungo la stradina sterrata.

Al di qua del nastro che delimita la zona sicura le telecamere non fanno neanche in tempo a riprendere la scena, Hollywood ci ha abituati male ma tutti applaudono lo stesso.

La seconda simulazione, ben più spettacolare, va in scena nell’area denominata Felix, dedicata al IX reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”. Si tratta di un “attacco deliberato” (condizione in cui è possibile attirare il bersaglio in una trappola, a differenza di un “attacco in emergenza”) a un pullman dirottato da alcuni terroristi, con a bordo degli ostaggi.

Il rombo del bimotore Agusta-Bell “AB 412” incombe dalla valle, poi nel piazzale di sassi e ghiaia irrompe l’autobus scuro che viene sùbito costretto ad una brusca sterzata da un furgone-civetta appostato nelle vicinanze. Una rapida sequenza di esplosioni controllate funge da diversivo mentre i passamontagna Mefisto degli incursori spuntano da ogni direzione per sfondare i finestrini laterali del mezzo, raggiunti con l’ausilio di apposite scalette; ma il soggetto ostile tenta la fuga prontamente braccato da Gas, pastore belga elemento di punta dell’unità cinofila K9 costituita giusto un anno fa, equipaggiato anche lui con una bardatura protettiva.

I passeggeri vengono quindi fatti scendere e sedere a terra con le mani incrociate sopra la testa per essere identificati e soccorsi; completata la bonifica del veicolo compaiono anche i due cecchini in tenuta mimetica, fino al momento prima acquattati tra la vegetazione, mentre l’elicottero dal quale si sono lanciati gli operatori in fast-roping (tecnica speciale di discesa veloce da una corda) conclude l’ultimo sorvolo e si adagia nella piattaforma di atterraggio. Ad operazioni concluse il reparto al gran completo riceve per i numerosi incarichi portati a termine con successo – ma ovviamente non è dato di sapere quali – gli encomi del generale Del Sette, omaggiato con un reciproco scambio di crest militari. «Sono persone speciali che fanno cose straordinarie», sintetizza Feroce.

Infine si concede infine una maxi foto-ricordo con il Comandante Alfa, protagonista della storia dei Gis fin da quando nel 1977 fece parte della prima formazione quando ancora era noto come Il Cigno, ed autore del bestseller “Cuore di Rondine”.

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