Forze di PoliziaGuardia di FinanzaPoliziaSenza categoria

FORZE DI POLIZIA:TAGLI E BLOCCO DEGLI STIPENDI, MA NON PER I VERTICI AL VIMINALE

(di Augusto
Parboni) –
La
mannaia continua a pendere sulla testa
delle forze di polizia. Ma più che altro sui portafogli di chi indossa una
divisa e sulla sicurezza degli italiani.

I tagli del commissario Carlo
Cottarelli questo potrebbero provocare: peggiorare la situazione di vivibilità
del Belpaese, dove negli ultimi anni stanno aumentando reati, in maggior parte
quelli predatori, dovuti, tra l’altro, alla crisi che ancora non è terminata. E
non si sa quando accadrà. E quindi, anche quando inizieranno a calare i reati
su tutto il territorio italiano. E con queste previsioni la risposta è ancor
più difficile da fare.
Ma se
dovesse essere messa la firma definitiva sui tagli che sono stati proposti per
le forze dell’ordine, la preoccupazione è che sarà dunque ancor più difficile
dare una colpo di mannaia non agli stipendi di chi ci difende ogni giorno, ma
alla criminalità.
In
base a quanto stabilito nel documento che sta compilando il commissario
nominato dal governo Letta, infatti, i tagli colpiranno, oltre all’Arma dei
carabinieri e alla Guardia di Finanza, anche la Polizia di Stato. L’intenzione
infatti è quella di chiudere commissariati, sezioni di polizia trasformate a
sottosezioni e alcune di queste ridotte a posto fisso: come dire che per i
cittadini da quegli uffici non potranno più pretendere sicurezza.
E i
tagli colpiranno tutto il territorio italiano, partendo dalla Capitale. Qui
chiuderanno dodici uffici, circa 400 in tutta Italia. Tradotti, vuol dire un
recupero di quasi 700 uomini, dei quali 300 nella Capitale, pari a quasi 600
milioni di spese che non uscirebbero più dalle tasche dell’Amministrazione.
Uguale: la sicurezza diminuisce. Nella provincia di Roma, dunque, è annunciata
la chiusura di tre commissariati: Frascati, Colleferro e Genzano. Non solo. Anche
del Reparto intervento polizia stradale Roma (Rips), della sottosezione polizia
ferroviaria smistamento, del posto di polizia ferrovia Roma Trastevere, del
posto di polizia ferroviaria Colleferro, della squadra nautica Anzio, della
squadra nautica Civitavecchia, della squadra nautica Fiumicino, della squadra a
cavallo Ostia e della squadra a cavallo Tor di Quinto. Poi c’è l’aspetto invece
delle demansioni: potrebbero essere declassate, infatti, in Posto la
sottosezione di polizia ferroviaria di Fiumicino, dell’Ostiense e della
Tiburtina. In pochi, invece, potrebbero ottenere risultati positivi: la polizia
ferroviaria di Civitavecchia, da sottosezione a sezione e gli agenti della
stazione Termini, presto sede di una nuova sezione. Di fronte a tanti tagli, i
sindacati di categoria stanno portando avanti trattative e hanno già incontrato
i vertici del ministero dell’Interno non per impedire che avvengano questi
cambiamenti, ma che almeno siano più contenuti rispetto a quanto sarebbe stato
scritto nel documento del commissario Cottarelli. E quindi la preoccupazione
maggiore è l’abbassamento degli standard operativi delle forze dell’ordine e la
conseguente «sconfitta» di fronte alla criminalità.
Ma
c’è un altro aspetto che gli stessi uomini delle forze di polizia non
digeriscono. E riguarda gli stipendi. E l’ennesima assurdità italiana. Di che
si tratta? Del blocco legato alle promozioni inserito nel decreto legislativo
78/2010. Ma gli alti dirigenti del ministero dell’Interno, dal 2012, sarebbero
riusciti ad aggirare la normativa con l’avallo dell’Ufficio centrale di
bilancio del Ministero dell’economia di loro competenza. L’aggiramento sarebbe
potuto avvenire poiché hanno considerato gli avanzamenti di carriera una nomina
e non una promozione come testualmente invece cita il decreto legislativo. I
colleghi con gli stessi gradi della Guardia di Finanza e dell’Arma dei
carabinieri invece hanno il blocco poiché il loro Ufficio centrale di bilancio
di riferimento ha stabilito la conferma della norma.
Il
malumore, quindi, tra le diverse forze di polizia, non manca, tanto che molti
la definiscono ingiustizia. Da una parte, dunque, ci sono gli alti dirigenti
del Viminale che hanno ottenuto l’adeguamento dello stipendio con l’avanzamento
di carriera a differenza di chi ricopre un ruolo inferiore, e dall’altra invece
i pari grado delle Fiamme Gialle e dei carabinieri hanno ancora il blocco (Il Tempo).

Lascia un commento

error: ll Contenuto è protetto