Concorsi

ESERCITO, TEST TRUCCATI: INDAGATI ANCHE 4 VINCITORI DI CONCORSO

La Guardia di Finanza ha notificato 15 avvisi di conclusione indagini ad altrettante persone ritenute responsabili di avere messo in piedi un sistema per ricavare e vendere le risposte esatte ai concorsi per volontario in ferma prefissata di 4 anni (VFP4) che consentono l’accesso nelle fila delle forze armate e dell’ordine. Nell’articolo che vi riproponiamo di Leandro Del Gaudio per il Mattino si evidenzia anche lo status di indagato per alcuni vincitori di concorso.

Questa volta ci sono anche loro, anche i presunti beneficiari di una truffa ordita ai danni dello Stato, alle spalle di tanti candidati che ce l’hanno
messa tutta per coronare il sogno della vita.
Concorsopoli militare, la svolta è di poche ore fa, con la notifica di quindici
avvisi di conclusione delle indagini a carico di ufficiali dell’Esercito, di
uomini d’affari, di informatici ed esperti nella realizzazione di corsi di
formazione per aspiranti militari. Un’inchiesta che in questi mesi ha strappato conferme, soprattutto sotto il profilo dei gravi indizi di colpevolezza, grazie alla decisione di alcuni personaggi chiave di svelare retroscena inediti.


LA TRUFFA
Ma torniamo alle conclusioni della Procura. Inchiesta coordinata dal pm
Giancarlo Novelli, sono quindici i soggetti raggiunti da avvisi di chiusa
inchiesta, l’atto che fa da preludio a probabili richieste di rinvio a
giudizio: a scorrere i nomi, spiccano le posizioni di Luigi Masiello, ex
colonnello oggi in pensione (per anni responsabile dei rapporti con la stampa), dell’informatico Claudio Testa, ritenuto responsabile della creazione di un algoritmo in grado di garantire un esito positivo alle prove per l’accesso nei ranghi dell’esercito.
Come è noto, la Procura di Napoli ha indagato in particolare sul concorso per volontario in ferma prefissata di quattro anni, tenuto nel 2016 e considerato un trampolino di lancio ideale per scalare anche altre gerarchie militari (come polizia, guardia di finanza e carabinieri). Oggi c’è una nuova accusa, alla luce delle conferme emerse da interrogatori e perquisizioni. Finiscono sotto inchiesta anche alcuni vincitori di concorso, ragazzi e ragazze che da qualche mese hanno indossato la divisa e sono stati destinati ai rispettivi reparti e corsi di addestramento. Ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato, sotto inchiesta finiscono così Fabio Ametrano, Stefano Cuomo, Rocco D’Amelia, Massimo Di Palma, in uno scenario che vede soggetti coinvolti su più livello. Sotto indagine anche Giuseppe Claudio Fastampa, Ciro Fiore, Raffaele Russo, Sabato Vacchiano, Giuseppe Zarrillo, indicati come partecipi di una trama organizzata a tavolino. Sotto la lente degli investigatori i concorsi del 2016 (prima e seconda immissione), alla luce di quanto emerso da intercettazioni e sequestri.


Per gli inquirenti alcune centinaia di candidati avrebbero acquistato, con
cifre cospicue, una formula attraverso la quale era possibile ottenere la
risposta giusta ai quesiti proposti, diversi da quelli di matematica e logica.
Per questi ultimi, invece, le risposte venivano fornite su carta. Non sono mancate conferme, a leggere le ultime mosse della Procura. È il caso
delle ammissioni rese dall’ufficiale Fiore, che ha confermato di aver avuto a
disposizione di almeno centomila euro, soldi che sarebbero riconducibili al
mercato dell’algoritmo messo in piedi per la grande prova del 2016. Indagini della guardia di finanza, si parte da una chat via whatsapp tra Fiore e un suo conoscente, nel corso della quale campeggiava la foto di un tavolino con  diverse banconote di euro.


AMMISSIONI
Un tesoretto di almeno centomila euro, sul quale sono andate avanti le
indagini, al termine delle quale gli inquirenti non hanno dubbi: si tratta di
soldi da ricondurre a un mercimonio clandestino finalizzato a truccare le carte in vista del concorsone della ferma volontaria quadriennale. Associazione per delinquere, falso, truffa, reati informatici. Spuntano posizioni diverse, tra cui quella di Angelo Annunziato, Ciro Auricchio, Rocco D’Amelia, Domenico Fiume, Francesco Interra, Raffaele Russo, Sabato Vacchiano e Giuseppe Zarrillo.
Difesi, tra gli altri, dai penalisti Annalisa Califano, Mariagrazia Cafisi,
Daniela De Luca, Antonio e Carlo De Martino, Pasquale Delisati, Silvio Fierro, Fabio Fulgeri, Vittorio Giaquinto, Luigi Imperato, Maurizio Sica, Michele Mozzi, Federico Simoncelli, tutti gli indagati vanno considerati non colpevoli fino a prova contraria e avranno modo di sostenere la propria versione nel corso del prosieguo delle indagini. Una vicenda che ha fatto registrare anche la testimonianza di alcuni candidati che hanno deciso di denunciare la presunta truffa e di non piegarsi alla compravendita di tracce e algoritmi. È il caso di un concorrente che ha sporto denuncia agli inquirenti, indirizzando le indagini sul presunto gruppo napoletano, salvo sostenere il test per l’accesso nell’arma dei carabinieri. Una via onesta, a difesa della legalità.

Lascia un commento

error: ll Contenuto è protetto