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Ecco il ddl sull’intelligenza artificiale: fino a 5 anni di carcere per chi “cagiona danno ingiusto”

Il testo, approvato dal Consiglio dei ministri, prevede la reclusione fino a cinque anni per chi cagiona un “danno ingiusto” utilizzando sistemi IA e stanzia un miliardo in tre anni per le startup del settore.


Reclusione da uno a cinque anni per chi cagiona un “danno ingiusto” utilizzando sistemi di intelligenza artificiale. Iscrizione a sistemi come i chatbot per gli under 14 solo previo consenso dei genitori. Uno stanziamento da miliardo di euro, spalmato nel triennio fino al 2026, a sostegno dello sviluppo di startup del settore e di almeno una azienda capace di assumere dimensione di leader nel mercato nazionale. Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge sull’intelligenza artificiale per provare a mettere ordine in un settore con campi di applicazione molto diversi – dalla salute all’informazione fino alla cultura passando per la sicurezza e la difesa – le cui potenzialità e i risvolti sono ancora tutti da esplorare.

Il documento prova a fissare dei paletti all’uso dell’IA, specifica che i sistemi e i modelli di intelligenza artificiale devono essere sviluppati e applicati nel rispetto dell’autonomia e del potere decisionale dell’uomo e non dovranno pregiudicare lo svolgimento con metodo democratico della vita istituzionale e politica. La precondizione essenziale è che dovrà essere assicurata la cybersicurezza. Per l’informazione l’intento è che i sistemi di IA vengano utilizzati, si legge nella bozza del testo, “senza pregiudizio alla libertà e al pluralismo dei mezzi di comunicazione, alla libertà di espressione, all’obiettività, completezza, imparzialità e lealtà dell’informazione”.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiarito che quanto ai reati “per cui è possibile che si intervenga in modo insidioso con l’IA, è prevista un’aggravante”. Il guardasigilli ha specificato: “Cerchiamo di cogliere l’opportunità della IA sia nell’organizzazione degli uffici sia nella ricerca, senza condizionamenti per i magistrati, né sostituendo l’intelligenza artificiale a quella umana”. E ancora: “I sistemi di intelligenza artificiale sono utilizzati esclusivamente per l’organizzazione e la semplificazione del lavoro giudiziario”.

Per il ministro delle Imprese Adolfo Urso: “L’obiettivo è creare un mercato dell’intelligenza artificiale che sia equo, aperto e utilizzabile. Dobbiamo coinvolgere le Pmi nel processo innovativo sfidante dell’IA”. Il titolare del Mimit ha ricordato che “il provvedimento indirizza 1 miliardo di euro del fondo innovazione al venture capital gestito da Cdp per facilitare la nascita e la crescita di start up che operano nel settore. E poi per consentire la nascita di un campione nazionale del settore, come stanno facendo altri Paesi. Sono le prime risorse poi vedremo le altre esigenze del settore”.

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