Guardia di Finanza

É MORTO IL GENERALE LUIGI RAMPONI, IL BERSAGLIERE CHE SEPPE DIVENTARE COMANDANTE SUPREMO DELLA GUARDIA DI FINANZA. SENATORE IN AN, SI OCCUPÒ DI URANIO IMPOVERITO

Il Comandante Generale, Generale di Corpo d’Armata Giorgio Toschi, esprime, a nome suo e di tutta la Guardia di Finanza, il più vivo cordoglio per la scomparsa del Generale di Corpo d’Armata Luigi Ramponi, già Comandante Generale delle Fiamme Gialle dall’11 gennaio 1989 sino al 31 agosto 1991, spentosi oggi a Roma all’età di 86 anni presso l’Ospedale Militare del Celio.

“Nato a Reggio nell’Emilia il 30 maggio 1930 – scrive il Comando Generale della Guardia di Finanza – il Generale Ramponi era conosciuto da tutti come un Ufficiale di grandissime capacità e qualità umane. Dopo una fulgida carriera nell’Esercito Italiano, all’interno del quale ricoprì numerosi tra i più importanti incarichi di comando, fu nominato Comandante Generale della Guardia di Finanza per poi diventare, dal 1991 al 1992, Direttore del SISMI. Con una carriera militare iniziata nei Bersaglieri, il Generale Luigi Ramponi conservò sempre la generosità, lo slancio e l’intraprendenza tipici dei ‘soldati dal cappello piumato’, qualità che riverberò poi con grande efficacia anche nella Guardia di Finanza dove, da Comandante supremo, si batté per una fiscalità moderna che non fosse solo vessatoria nonché per il contrasto della criminalità economica in tutte le sue forme, rendendosi tra l’altro artefice dell’ammodernamento e del potenziamento della flotta aerea e navale del Corpo. Il Generale Ramponi intendeva la ‘militarità’ nella Guardia di Finanza come condizione che consente agli appartenenti al Corpo di essere ancora più efficienti sotto il profilo operativo, nell’azione di comando e nella duttilità d’impiego, garantendo, inoltre, costanza e continuità nell’esercizio delle funzioni di polizia tributaria e giudiziaria. Riteneva, quindi la condizione militare delle Fiamme Gialle come un valore aggiunto per ‘La Guardia’ – come spesso il Generale Ramponi amava chiamare la GdF – a beneficio dell’intera collettività. Nonostante le sue indiscusse qualità personali e professionali gli abbiano successivamente riservato grandi soddisfazioni per i ruoli che assunse al SISMI, prima, e in Parlamento poi, il Generale Ramponi terminò il suo periodo di comando nel Corpo con ‘legittimo sentimento di tristezza’, ma non prima di aver rivolto a tutti i finanzieri, nel suo ultimo Ordine del Giorno Speciale, queste parole: Lascio la Guardia di Finanza, ma vi porto tutti nel cuore”.

Precursore e fautore di una Guardia di Finanza moderna, il Comandante Generale Giorgio Toschi, nel commentarne la scomparsa, lo ha voluto ricordare con questo pensiero: “Perdiamo oggi un Comandante esemplare oltre che un uomo di grande carattere. Il Generale Ramponi ha lasciato dietro di sé un segno netto e indelebile parlando di ‘polizia economica’ quando il ruolo del Corpo era ancora circoscritto a quello della tradizionale polizia tributaria, avendo ben chiare già da allora, con ben dieci anni di anticipo sulle innovazioni poi introdotte dal Decreto Legislativo 68 del 2001, quali fossero le future proiezioni operative, anche internazionali, della Guardia di Finanza, a tutela della sicurezza economico-finanziaria del Paese e dei suoi cittadini”.

Luigi Ramponi fu Senatore della Repubblica, eletto in Alleanza Nazionale dal 2006 al 2008, membro della 4ª Commissione permanente (Difesa) e della Commissione di inchiesta sull’ uranio impoverito. (la denuncia)

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