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DONNE ESERCITO ITALIANO, PARLA UNA “RAGAZZA DELLA FOLGORE”

Le donne soldato sono ormai entrate nella mentalità
comune, ma il loro inserimento all’interno dell’Esercito italiano non è stato
facile.
Nel 1992 ci fu il primo esperimento: 29 ragazze
provarono a addestrarsi per 36 ore presso la caserma “Lancieri di Montebello” a
Roma. Fu un primo passo che portò, nel 1995, alla creazione dell’Associazione
Nazionale Aspiranti Donne Soldato (Anados). Nel 2000 si arrivò infine a una
legge che permise alle donne di entrare a far parte a tutti gli effetti
dell’Esercito italiano. Abbiamo incontrato il Caporal Maggiore Scelto Eleonora
Salvatori, che ci ha spiegato come vive una “ragazza della Folgore”.

Perché
sei voluta entrare nell’Esercito? Soprattutto: perché hai scelto proprio la
Folgore?
Io mi sono arruolata tardi e venivo già da una
esperienza lavorativa, ma mi svegliavo la mattina e non mi sentivo felice. Non
mi piaceva quello che facevo. Volevo qualcosa per mettermi in gioco e ho
trovato nell’esercito un’organizzazione ben definita, solida, che aveva le cose
che cercavo: l’aiutare gli altri, il senso di giustizia e la forza nella
Patria. Gli ideali in cui io credevo. Entrare nella Folgore è stata una scelta
naturale perché facevo già paracadutismo da civile.
Sei mai
stata in missione? Dove?
Sono stata due volte, sia nel 2009 sia nel 2011 in
Afghanistan. Una volta a Kabul e una nella valle del Gulistan.
Il
reggimento è composto principalmente da uomini. Non ti sei mai trovata a
disagio?
Sinceramente nella sede stanziale di Siena e durante
gli addestramenti normali non ho mai avuto particolari disagi. Nelle missioni
dove gli ambienti sono angusti, il periodo è lungo, siamo in contatto 24 ore su
24, le donne sono pochissime, qualche disagio c’è stato, ma più da parte mia
che da parte dei miei commilitoni, ma loro mi hanno sempre comunque fatto
sentire come in una grande famiglia.
Cosa
diresti a una ragazza che vuole entrare nella Folgore?

Più che dire, le chiederei se è disposta a
sacrificarsi, a sacrificare la sua vita, la sua famiglia e i suoi amici. Le
chiederei se ha del coraggio perché non è che tutti saltano da un aereo tutti i
giorni. Se è disposta a aiutare gli altri e se è disposta a mettere la sua vita
in mano a chi ne ha bisogno, allora fa la scelta giusta perché questa vita dà
anche tante soddisfazioni.

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