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DIECI NUOVI BERRETTI VERDI, PINOTTI: “GARANTIAMO IL MASSIMO IMPEGNO PER SOSTENERE LE FORZE SPECIALI”

(di Thomas De Luca*) Da questa mattina il Gruppo operativo incursori del Comsubin conta 184 baschi verdi in attività, grazie al brevettamento dei dieci cadetti del 67esimo corso ordinario. Un innesto importante, che si è concretizzato attraverso una suggestiva cerimonia che si è svolta nel centro di addestramento del Varignano.

Combattenti esperti, che compongono uno dei corpi di élite più conosciuti al mondo, le cui attività e missioni sono avvolte nel segreto. Tanto da impedire di rendere pubbliche le generalità e i volti di tutti gli incursori presenti.

Per dieci volte, al risuonare del proprio nome, ogni cadetto ha gridato un perentorio “Comandi!”, per poi dirigersi di corsa di fronte al ministro della Difesa Roberta Pinotti. Dalle mani della senatrice genovese i cadetti hanno ricevuto il basco e l’attestato di brevetto, ma solamente dopo aver scaraventato con forza il berretto con visiera che avevano in testa sino ad allora, si sono chinati per farsi calzare l’ambito basco da uno dei loro istruttori. Un rituale ricco di simboli, accompagnato da un’esplosione per ogni nuovo incursore. Un momento emozionante, che solamente i visi contratti e gli sguardi fermi, determinati, possono raccontare nella sua interezza: in fondo a quegli occhi, infatti, si sono notati, per ognuno, le eco dei sacrifici, delle fatiche e degli insegnamenti di settimane, mesi di addestramento.

“La storia di questo corpo – ha detto il contrammiraglio Paolo Pezzuti, rettore del Comsubin – è stata per voi insegnamento, qui gli uomini imparano ad avere iniziativa e determinazione, ma anche umiltà, disciplina, calma e coraggio, perché i valori etici e morali sono davanti a tutto. Dal Varignano escono uomini schivi di onori e lodi, che operano solamente per amor di patria. Abbiamo bisogno di ringiovanire il Gruppo operativo incursori, e questi dieci nuovi innesti sono molto importanti”.

Dopo la lettura del decalogo degli incursori, scritto nel 1943, è iniziato l’appello dei cadetti, i cui numero di brevetto hanno portato il registro del Varignano oltre il numero mille.

Il capo di stato maggiore della Marina militare, l’ammiraglio di squadra Valter Girardelli, ha ricordato i numerosi riconoscimenti ottenuti dagli incursori e dalla loro bandiera, un elenco fatto di decine e decine di medaglie e croci, d’oro e di argento.
“Siete un’eccellenza mondiale – ha ricordato – fatta di tre entità coordinate, capaci di dare un risultato di grande rilievo. Da decenni voi e le vostre famiglie siete anche protagonisti di una integrazione completa con gli abitanti e il borgo delle Grazie, che ha sempre accolto in maniera egregia la Marina militare”.
Subito dopo è toccato al capo di stato maggiore della Difesa, il generale Claudio Graziano: “Da parte nostra c’è la volontà di potenziare le forze speciali italiane. Sono elementi indispensabili in tutti gli scenari, anche in quelli di emergenza umanitaria, come quella che sta vivendo in questo momento il Centro Italia (dove sono presenti 3.300 militari, in buona parte ranger dell’Esercito – Ndr). In voi è riposta la fiducia incondizionata del Paese, anche perché mai come oggi siete in azione dappertutto, per la sicurezza nazionale e internazionale”.

“Il fatto di essere qui – ha spiegato il ministro della Difesa – è una scelta significativa, per sottolineare l’importanza che diamo ai corpi speciali e l’impegno massimo che vogliamo garantire per il vostro sviluppo. Ascoltare la lettura del Decalogo dà i brividi, e chi decide di seguirlo compie una decisione che dobbiamo sostenere, in ogni modo”. Parole che suonano come una promessa di imminente arrivo di risorse, per migliorare il più possibile la situazione al Varignano, dotare il corpo di strumentazioni all’avanguardia e aumentarne la consistenza in termini numerici.

* Thomas De Luca per cittàdellaspezia.com

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