Guardia di Finanza

CONTRATTO 19-21: CIFRE, NODI E LE OSSERVAZIONI DEL SILF AL 24.07.2021

Sono ripartite le trattative per il rinnovo del contratto del comparto sicurezza e difesa. Sindacati del personale militare sempre in nessun modo coinvolti con evidente grave penalizzazione che subiscono i militari.

I poliziotti civili, infatti, sono costantemente e tempestivamente informati sulle trattative e conoscono da tempo le proposte dei loro sindacati, mentre i COCER non informano, non hanno esplicitato nessuna proposta e si limitano a prendere atto dei progetti già elaborati dalle Amministrazioni. Di fatto, sinora i COCER si sono dimostrati poco più che comparse e si sono segnalati solo per aver retoricamente chiesto più risorse e per qualche propagandistico comunicato più fumo che arrosto.    

Noi del SILF, dopo aver pubblicato per tempo le nostre proposte (clicca e preleva), sentiamo il dovere di informare (per quanto di nostra conoscenza) tutti i finanzieri e di fornire, per conto dei 5000 finanzieri che ci hanno affidato il compito di rappresentarli, le nostre osservazioni.

Iniziamo dalle cifre. Con la legge di conversione del D.L. n. 73/2021 “Sostegni bis” sono stati stanziati ulteriori 77 milioni di euro all’anno a decorrere dal 2021 per la specificità e senza particolari vincoli, e altri 50 milioni di euro l’anno a decorrere dal 2021 da destinare agli istituti normativi e ai trattamenti economici accessori. Per effetto di tali extra finanziamenti, l’incremento percentuale della retribuzione sarà pari all’1.3% per 2019, al 2.01% per il 2020 ed al 4.26% dal 2021.

Questi gli importi medi degli incrementi (lordo dipendente) a regime per le 4 forze di polizia:Forza di poliziaIncremento medio annuoIncremento medio mensileGuardia di Finanza1.791,76137,83Polizia di Stato1.744,23134,17Arma dei Carabinieri1.771,87136,30Polizia Penitenziaria1.680,62129,28

Resta inteso che per quantificare l’incremento rispetto all’attuale retribuzione, dall’importo mensile va detratta la cifra dell’Indennità di Vacanza Contrattuale in godimento. Si tratta di cifre non eccezionali, ma in linea con il momento socio-economico che sta vivendo il Paese.

Passiamo ai nodi sul tavolo:

  • come distribuire le risorse tra fisso e variabile?
  • quanto e come finanziare il trattamento accessorio (in particolare la misura per lavoro straordinario) e gli istituti normativi, fermi da decenni?
  • come iniziare ad affrontare la questione previdenza complementare, evitando altri inutili “impegni”?

Punto 1. 210 milioni di euro delle risorse contrattuali, dal 2019 confluiscono nella retribuzione accessoria e, più precisamente, nel F.E.S.I.. Una sorta di “anticipo” che affianca l’I.V.C. e che ha consentito al personale del comparto di non attendere la definizione del contratto per incassare, almeno parzialmente, i benefici del rinnovo.

Se tale distribuzione venisse mantenuta (210 milioni sull’accessorio + gli ulteriori 50 milioni appena stanziati e la rimanente quota sul fisso), la distribuzione delle risorse a regime produrrebbe un rapporto di 80% fisso e 20% variabile. Una distribuzione, a nostro avviso, tutto sommato accettabile e coerente con la composizione della retribuzione.  

Punto 2. La rivalutazione delle indennità operative rappresenta senza ombra di dubbio una necessità non più rinviabile, ma si presenta oltre modo complicata da attuare, perché il sistema è vetusto e disomogeneo e ogni modifica genera squilibri nella distribuzione delle risorse tra le varie Forze di polizia. Tanto che le indennità sono ferme da decenni e negli ultimi anni si è stati costretti a puntare sul F.E.S.I., in quanto unico strumento in grado di distribuire equamente le risorse e, allo stesso tempo, soddisfare le particolari esigenze di ogni singola amministrazione (vedi “capopattuglia” per la Guardia di finanza).

Sul punto, a nostro avviso, sarebbe necessario:

  • stabilizzare l’attuale extra-finanziamento del F.E.S.I.con cui eventualmente finanziare anche nuove particolari indennità per le singole amministrazioni, così come ha già fatto la Guardia di finanza con il “capopattuglia”;
  • rivalutare adeguatamente le principali indennità contrattualinotturno, festivo, compensativa, missione, ordine pubblico, presenza esterna, lavoro straordinario, finanziando il tutto con i 50 milioni appostati dal decreto “sostegni bis”, con l’abolizione di tutte le indennità ormai desuete e anacronistiche (indennità di marcia, indennità di rischio, indennità meccanografica, ecc.) e con la riduzione del numero dei servizi indennizzati.

Il “fabbisogno” finanziario per le indennità è infatti calcolato facendo riferimento al monte salariale: numero di servizi*misura dell’indennità. A tal riguardo, è evidente che un incremento della misura dell’indennità potrebbe essere co-finanziato anche attraverso la riduzione del numero dei servizi, senza ricorrere a nuove ulteriori risorse. Una soluzione resa più che possibile dallo sblocco del turnover, dalle assunzioni straordinarie e dall’uso della tecnologia. Una soluzione quanto mai opportuna, in particolare, per lo straordinario, dove è assolutamente necessario (clicca e preleva nostro approfondimento) ripristinare il meccanismo di adeguamento automatico abrogato nel 2002[1], atteso che:

  • la misura dell’indennità (importi fissi) non è proporzionale alla retribuzione ordinaria e, di conseguenza, non più rispondente all’art. 43 comma 14 della legge n. 121/1981;
  • la misura dell’indennità per lavoro diurno risulta maggiorata del solo 1% rispetto allo stipendio, in luogo del 15% o più in uso al resto dei comparti pubblici e privati, anche senza tener conto dell’indennità mensile pensionabile che la giurisprudenza consolidata considera retribuzione ordinaria a tutti gli effetti;
  • nel corso degli ultimi anni il numero delle ore di straordinario effettuate è notevolmente aumentato per effetto del blocco del turnover e della relativamente bassa misura dell’indennità;
  • l’incidenza del lavoro straordinario rispetto alla retribuzione complessiva nelle Forze di polizia è pari all’8%, contro l’1,2% del resto del pubblico impiego.

Punto 3. Appurato che la via giudiziaria non è produttiva[2], per iniziare a risolvere la questione della mancata attuazione della previdenza complementare e recuperare il tempo perduto, occorre che il Governo non si limiti a sottoscrivere l’ennesimo, inutile impegno, ma inizi ad appostare le risorse necessarie a far partire i fondi ed a recuperare il tempo perduto.

Senza uno sforzo del Governo, in termini di concreto finanziamento della previdenza complementare, e delle Amministrazioni in termini di accettazione della riduzione nel numero dei servizi indennizzati per finanziare la rivalutazione delle indennità (in particolare dello straordinario), a nostro avviso non andrebbe sottoscritto nessun accordo!

Purtroppo per i militari… al posto dei sindacati ci sono ancora i COCER.

 24 luglio 2021   

LA SEGRETERIA NAZIONALE SILF

[1] Maggiorazione 15% per straordinario diurno, 30% festivo o notturno, 50% notturno e festivo.

[2] Tar Lazio n. 8114/2021, 4430/2021, 4431/2021, 8296/2019, Tar Trento n. 17/2021, n.18/2021 e Tar Molise n.145/2017.

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