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COLONNELLO CONDANNATO PER IL VOLO DELLA BRAMBILLA SU ELICOTTERO DEI CARABINIERI

(di Valeria di Corrado) – Dovrà pagare di tasca sua
poco meno di 15 mila euro per aver concesso all’ex ministro al Turismo Michela
Vittoria Brambilla due voli «blu», pur avendo a disposizione altri mezzi idonei
di trasporto.

La Corte dei Conti del Lazio ha condannato Raffaele Di Lorenzo,
colonnello dell’Aeronautica ora in pensione, a risarcire il ministero della
Difesa la somma di 14.778 euro.

I viaggi contestati sono quelli del 9 dicembre 2009
e del 13 marzo del 2010. L’allora ministro del governo Berlusconi utilizzò un
elicottero dei Carabinieri per spostarsi da Calolziocorte, in provincia di
Lecco, dove viveva, a Piazzola sul Brenta, nel padovano, per una conferenza
regionale sul turismo. 
A fine giornata si fece riportare nel paesino di
residenza, sempre in elicottero, adducendo impegni istituzionali. Lo stesso
accadde tre mesi dopo, per un incontro con alcuni operatori turistici a Rimini.
La Brambilla, a seguito di un esposto, nel novembre 2010 venne iscritta nel
registro degli indagati dalla Procura di Milano con le accuse di peculato e abuso
d’ufficio
. L’ex ministro «si procurava un ingiusto vantaggio – si legge nel
capo d’imputazione – consistito nell’utilizzo dell’elicottero dell’Arma dei
Carabinieri, anziché dell’autovettura di servizio con autista», con cui poteva
raggiungere le stesse destinazioni a costi decisamente inferiori. 
Tuttavia, il
4 dicembre 2013 il pm ha chiesto l’archiviazione. Dopo accurate indagini, la
Procura della Corte dei conti è arrivata alla conclusione che è stata violata
la direttiva varata il 25 luglio 2008 dallo stesso governo Berlusconi, che
prevede due necessarie condizioni per usufruire degli «aerei blu»: «Comprovate
e inderogabili esigenze di trasferimento» e l’assenza di «altre modalità di
trasporto compatibili». I pm contabili hanno ritenuto Di Lorenzo, in qualità di
direttore del’Ufficio voli presso la presidenza del Consiglio dei ministri,
responsabile dei costi sopportati dal ministero della Difesa per l’illegittima
concessione dei voli alla Brambilla. 
Il danno era stato quantificato in 19.363
euro, compresivi dei due trasporti in elicottero andata e ritorno, e dei costi
dei servizi sanitario e antincendio. «Il mancato vaglio della disponibilità di
mezzi alternativi – si legge nella sentenza – rimane qui particolarmente
evidente, aggravando l’omissione dell’Ufficio voli, poiché gli impegni
istituzionali addotti dal ministro erano di carattere assolutamente ordinario,
né sussistevano esigenze di sicurezza. 
In entrambi i casi, poi, il percorso
presentava palesemente la possibilità di utilizzo di mezzi alternativi, e
specificatamente della macchina di servizio, della quale il Ministro già
disponeva in entrambe le occasioni per raggiungere la sede di partenza dei
voli». La tratta stradale da Caloziocorte a Piazzola sul Brenta misura 217
chilometri e richiede una media di due ore e tre quarti di viaggio; mentre
quella da Monte Marenzo a Rimini poco più di quattro ore di viaggio.
«Soprattutto – spiegano i giudici del collegio presieduto da Ivan De Musso –
tale costo sarebbe rientrato nei costi di gestione del ministero del Turismo, e
non in quelli del ministero della Difesa, che risulta l’amministrazione
danneggiata». La Corte ha fatto uno «sconto» all’ex colonnello Di Loreto,
addebitandogli la metà del costo del primo volo.

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