Carabinieri, Luongo rompe gli schemi: “finalmente un Generale che ascolta e cambia davvero”
In un momento storico in cui l’Arma dei Carabinieri chiedeva a gran voce una svolta, è emersa una figura capace di raccogliere il malcontento e trasformarlo in azione concreta: il Generale Salvatore Luongo.
Non si tratta solo di buone intenzioni: in pochi mesi, Luongo ha dato segnali chiari e inequivocabili di cambiamento.
Dall’inizio della sua “rivoluzione” – raccontata da InfoDifesa – ha aperto il Comando alla partecipazione vera dei Carabinieri, invitando ad eliminare il presenzialismo e esortare uno stile di comando più autentico e condiviso, come spiegato qui.
Di fronte alle critiche esterne, ha risposto senza esitazioni, riaffermando con orgoglio di essere “fiero dei suoi Carabinieri” (vedi articolo).
Parallelamente, ha già fissato alcune priorità operative: rilanciare il ruolo degli ausiliari volontari, affrontare il problema delle pensioni basse e degli alloggi carenti (approfondisci qui).
Infine, ha avuto anche il coraggio di mettere mano alla simbologia più controversa dell’Arma: con una decisione storica ha archiviato l’obbligo della bandoliera nei servizi operativi, un gesto fortemente simbolico di modernizzazione (leggi di più) e cambiare la circolare sulla lunga permanenza dei Comandanti di Stazione (leggi qui).
Questo contesto di rinnovamento rende ancora più significative le parole di Giuseppe La Fortuna, che interpreta il sentimento di chi ogni giorno indossa quella divisa con orgoglio.
La rivoluzione del Comandante Generale Salvatore Luongo – “Avanti, tutti i Carabinieri sono con te!”
Il Comandante Generale Salvatore Luongo, giorno dopo giorno, continua a dimostrare con i fatti la sua vicinanza ai Carabinieri e alle difficoltà che affrontano quotidianamente. Lo afferma con convinzione Giuseppe La Fortuna.
In passato avevamo rivolto un appello anche al Generale Luzi, che tuttavia, forse sentendosi in parte legato alle numerose circolari firmate come Capo di Stato Maggiore sotto il Comando del Generale Nistri, non riuscì ad attuare quel cambio di passo che tanti auspicavano, nonostante fosse conosciuto come “il generale buono”.
Oggi, con l’arrivo del Generale Luongo, si sta finalmente assistendo a una rivoluzione concreta: la volontà di annullare, in tutto o in parte, quelle direttive aggressive e penalizzanti per i Carabinieri.
È un cambiamento che ci fa sentire come se la Presidente Giorgia Meloni avesse concesso il “presidenzialismo” anche nell’Arma dei Carabinieri: un ritorno allo spirito degli anni d’oro del Generale Gallitelli, dopo un periodo buio culminato con il Comando del Generale Nistri, nominato in un momento storico delicato e senza un vero governo in carica.
Ma ora vogliamo guardare avanti: abbiamo tre anni davanti a noi con un Comandante Generale che ascolta, che è presente, che interpreta davvero il bisogno di attenzione e rispetto dei Carabinieri.
Come un tempo dicevamo al Generale Luzi: “Teo, abbi coraggio”, oggi diciamo al Generale Luongo:
“Sasà, continua così: tutti i Carabinieri sono con te!”
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